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Aggiornato: 2 maggio 2025
Alle guardie si rizzavano i capelli di sotto alla celata. L'ora tarda, il luogo tetro e remoto, la scarsa luce, e tali orrendi voci li empivano di sgomento e di stranissime ubbie... Ma le voci continuavano... Cala giù con me boja... giù, giù! Qui, demonio, stringilo qui... demonio, demonio!... Ahi... le mie carni... ahi, ahi!...
Una trentina di megere schifose, con conterie e grossi anelli d'argento intrecciati ai capelli, coperte solo da logori cenci, e alcune con un bambino appeso al dorso con una pelle, continuano a ballare stranissime danze simili a rozze quadriglie, accompagnandosi con una monotona cantilena interrotta da acuti gridi.
Di quante figure belle, grottesche, orribili, buffe, stranissime, mi rimarr
I quadri non sono ritratti... in tutti è raffigurata la fisonomia con espressione così diversa che pare un'altra fisonomia, il pittore ha cambiato, ha fatto di suo capriccio, ma... il tipo c'è... c'è sempre il colore dei capelli e il modello di quel bel nasino... E' difficile che altri l'avverta, ma l'ho avvertito io che da anni aguzzo gli occhi sulle prove, sui corpi di quel delitto, ho esaminato centinaia, per non dire migliaia di volte, tutti gli oggetti che si trovavano in quella stanza per trarne una rivelazione... io, che dopo la confessione d'Isacco, dopo quello che avevo per induzione scoperto sul conto di tuo fratello ero in condizione di poter mettere in relazione tutte le circostanze stranissime, che avevano concorso al compimento del delitto, che lo avevano preceduto, accompagnato, seguito...
Non potei nascondergli che il sapere incastrato nella testa del mio busto il cranio di un morto ignoto mi produceva repugnante impressione. Molti scultori fanno così egli mi disse. Rimessomi a posare, mi sentivo impacciato. Fanciullaggine! Ora lo comprendo; ma quel cranio che, vivente, aveva contenuto un cervello pensante affatto diverso dal mio, mi faceva fantasticare stranissime cose.
Eravamo soli, in un angolo, in quel momento; ed io mi sentii tutt'a un tratto il coraggio di dirle: Ah, signorina!... Per lei! Per me? Sia sincera; non gliene voglio! Si è divertita a burlarsi di me con quei picchi alla parete, con le stranissime cose che si è piaciuto di darmi a intendere? Io?... E mi guardava con certi occhi spaventati, quasi temesse di aver da fare con un pazzo.
Colla mente fissa in questo pensiero almanaccai cento cose stranissime senza frutto; e allora cercai di darmi pace dicendo a me stesso come fosse naturale che Raimondo si dolesse insieme della perdita di Clelia, e si amareggiasse del suo destino. Questa spiegazione mi appagò alcun tempo, e mi vi acquietai; ma ben tosto i miei dubbi risorsero, e da capo le mie ricerche, e le mie fantasie.
Parola Del Giorno
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