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Salute! le gridò don Placido, seguitando a correre. Salute e bene! gridò la guardia. Adesso le loro ombre s'inseguivano sul ponte delle fortificazioni: sotto gli stivaloni di don Placido l'acciottolato crepitava. Sui fossati, sulla vallata di Capua era sceso un velario oscuro. Avanti! Siamo arrivati! egli urlò ancora Io vado pe' biglietti. Prendo la terza!

Dopo stretta la destra al capitano, si era avvicinato a M. Richard che, in falda e stivaloni alla scudiera e con un grosso frustino in mano, teneva d'occhio ogni movimento di Gladiator. Bellissimo teatro, saperlotte! Tutto quello che c'è a Milano, come a Parigi, a Berlino, a Filadelfia!... tutto quello che c'è a Milano di più high-life, anche il generale Piccolomini di Coccorito.

Lo zio Saverio se n'andò contento come una pasqua. Benedetto quel codino! mormorava per strada dimenandosi come un'anitra in que' suoi stivaloni. Benedetto quel codino!... Questi son gli uomini! E in quel mentre una truppa di ragazzacci gli urlava dietro: olé! olé!...

Non lo ha veduto ancora mai; ma comprende che è lui, che deve essere lui, che non può essere che lui; un uomo molto grasso, tarchiato, con una faccia molto ampia, pingue, grandi mustacchi, pizzo, giganteschi stivaloni di cuoio giallo, muniti di enormi speroni di argento, larghe uose di velluto marrone, un enorme mantello di velluto con grandi bottoni di argento; un cappellone enorme, di panno finissimo, con gigantesche piume, una larga fascia attorno ai fianchi, dalla quale pende una grande pistola, ed il cavallo magnificamente bardato.

L'ingegnere Arconti dovette di buona o di mala voglia ricorrere al guardaroba dell'amico Selmi. Indossò un vestito unto e bisunto, calzò un paio di stivaloni inzaccherati di fango, e si acconciò in testa un cappellaccio che aveva perduta la forma e il colore primitivo. Inoltre Roberto, quantunque non fosse piccolo, esile di persona, non poteva gareggiare col Selmi nella magnitudine delle forme, onde la giubba gli era troppo ampia, i calzoni troppo lunghi, gli stivali e il cappello troppo larghi. Avrebbe riso del suo aspetto grottesco se il suo sucido abbigliamento non avesse offeso ad un tempo le suscettivit

Squilla la tromba: quattro guardie del Circo, a cavallo, con cappello e pennacchio alla Enrico IV, mantellina nera, giustacore, stivaloni, spada, entrano dalla porta che è sotto il palco del Re, e fanno a lento passo il giro dell'Arena; la gente sgombra, ognuno va al suo posto, l'Arena riman vuota. I quattro cavalieri si vanno a mettere a due a due dinanzi alla porta, ancora chiusa, che fa fronte al palco reale. I diecimila spettatori hanno l'occhio l

Apparve Giovan Bello col suo cagnaccio peloso e gli stivaloni da viaggio; era in maniche di camicia e, per buona precauzione, portava la scure in ispalla. Sicchè dunque? domandò a Sabina inoltrandosi. Sicchè dunque? disse anch'ella per unica risposta, accompagnando la parola con un moto assai espressivo del capo. Cosa faremo noi? proseguì Giovan Bello. Ciò che vi piace. Non tocca a me decidere.