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Aggiornato: 18 giugno 2025


Ce semo... Un battajone! Sortìmo. E in fonno fra le fratte de li spini Vedemo luccic

E questo raggio, davanti a’ suoi ginocchi, formava una macchia di sole; e questo sole, traverso il guado, brillava come una spada miracolosa; e questa folgore assaliva la spelonca de’ caprifogli, de’ nudi spini, bruciava tutta la rupe di Massabielle, era un fiocco luminoso, un alone biondo, la fiamma terrestre del Divino amore, la presenza di Dio... Lontano brillava le Pic du Midi.

Tina stessa non lo sapeva. Uno strido più acuto la ferì e vide il galletto bianco indietreggiare, mentre l'ala si celava tra gli spini. La fanciulla si portò ambo le mani alla bocca dalla contentezza. Ma anche il galletto si era cacciato nello stesso vano.

Intorno c'era il deserto. Stette per più di un'ora avvinghiato a un arbusto a spini, tormentando i piedi nel fondo scheggioso di un'acqua ghiacciata, sporgendo il capo da una caverna nerissima su un abisso senza misura e senza colore, e speculò giù la valle, le valli, implorando da quell'ultimo lembo di cielo che vedeva all'orizzonte, e diceva il cielo della sua patria, implorando il Dio tristissimo del suo castello e la ferocia de' suoi nemici vivi.... Nessuno veniva, Adalberto, Oberto, Baldo, i vili prezzolati!

Nuovamente la testa della sciancatella sbucò dalla siepe: voleva fuggire pel campo cercando qualche ricovero più sicuro, gli spini tremavano e oramai tutto il collo ne era fuori, quando un altro galletto rosso vi saltò sopra. Tina scorse quella testa fra due zampe con un'altra testa, che le batteva sopra oscillando. Chiuse gli occhi.

Guidinga guardò il suo volto e il mio!... Guidinga bestemmiò a me condannato il corpo di lei, ad Adalberto benedettamente dedicava tutta l'anima!.. Ci sposammo, ma, se a vece della ciarpa a toccare il petto dalla parte del cuore, a vece della corona di fiori d'arancio sul capo, ella avesse dato a me tante stoccate, io a lei una corona di spini, noi avremmo offerto a Dio la espiazione delle nostre peccata!

Ma ora ogni giorno Bernadette andava presso il guado, alla caverna degli spini, e rimaneva lunghe ore in solitudine di preghiera, tra il grande canto delle acque primaverili e la musica del vento nell’alta erba dei selvaggi pascoli d’alta montagna. Comunicata in questa purezza, ella sentiva il prodigio compiersi e rivedeva l’apparizione della Madre di Dio.

Parola Del Giorno

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