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Aggiornato: 1 giugno 2025


Spesso mi son diviso ardendo in luoghi diversi e sopra l'albero e fra mezzo ai pennoni così distintamente per poi di nuovo unirmi in uno. I lampi di Giove precursori del tremendo fulmine, non son così spessi; il fuoco, lo scoppiettio di solforose fiamme sembravano assediar l'alto Nettuno e, per virtù del suo tridente, l'onde sue piene d'ira far tremare. O bravo spirito!

Orlando pensa ben quel ch'esser debbe; pur vuol saper la cosa anco più certa. Poi che legato fuor Brigliadoro ebbe, tacito viene alla grotta coperta: e fra li spessi rami ne la buca entra, senza chiamar chi l'introduca. 90 Scende la tomba molti gradi al basso, dove la viva gente sta sepolta.

79 Senza che tromba o segno altro accennasse quando a muover s'avean, senza maestro che lo schermo e 'l ferir lor ricordasse, e lor pungesse il cor d'animoso estro, l'uno e l'altro d'accordo il ferro trasse, e si venne a trovare agile e destro. I spessi e gravi colpi a farsi udire incominciaro, ed a scaldarsi l'ire.

Delle torcie a vento accese sul ponte rischiaravano il lugubre spettacolo. Il cielo era nuvoloso e solcato da spessi lampi; ma con mio stupore il mare si conservava abbastanza tranquillo, io sapevo rendermi conto di ciò che era avvenuto. C'eravamo scontrati con un altro vapore? Avevamo urtato contro uno scoglio? Mistero.

Il fuoco era spento, la gaiezza della luce primaverile era frenata dagli spessi cortinaggi; ma pure la vecchia signora era sempre seduta accanto al caminetto e pareva ancora più sprofondata nella poltrona bassa, tanto gli anni l'avevano assecchita.

I n quella foggia che vili fasoli G irano, a spessi tomi volteggiando, N el caldaio su fiamme ardenti posto. A llor con quelli insieme canto in gorga T utta tremante: Bacco evoé! I ncomenciando poi cosí dir versi: «Vilemque faselum». VIRG. «... nec non et carmina, vino | ingenium faciente, canunt». OVID.

Dal serpe il piede e dal legno fatale se non vieti la mano, ecco d'un legno more il ceppo umano, e un legno per sua croce Dio non sdegna!». Natura divina et humana. Ut qui in ligno vincebat, in ligno quoque vinceretur. Queste parole, trapuntate in oro, sopra la porta, in un bel smalto, lessi; ma i fregi e gli archi ed ornamenti loro sono di fine gemme carchi e spessi.

Con un salto di montagna terremotata, rosso irto accecante scavalca la grande Sirte e in Cirenaica lungamente strofina il suo corpo ossuto e scricchiolante d'ascaro immenso in altre oasi più fitte più umide più fertili. Il Nilo l'attira con la sua vasta coltura di profumi oliati e fermentati in verdi ombre sotto soffitti spessi di banani, e pieni di gaggie.

ma non so chi tu se’, perché aggi, anima degna, il grado de la spera che si vela a’ mortai con altrui raggi». Questo diss’ io diritto a la lumera che pria m’avea parlato; ond’ ella fessi lucente più assai di quel ch’ell’ era. come il sol che si cela elli stessi per troppa luce, come ’l caldo ha róse le temperanze d’i vapori spessi,

Ecco dorme la madre: e per incanto Dagli assopiti sensi ecco fiorire Una verde vision di spessi ulivi, Tra cui sen viene in veste più che neve, Reggendo il tronco d'una spada infranta, Il suo bel giovinetto Aldo, più bello Dell'Arcangelo in viso e più raggiante.

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