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Aggiornato: 14 maggio 2025
Quando il soprintendente ebbe ricuperato il figlio, chiamò a sè Roberto nella sua stanza, e gittandosegli al collo, piangendo, gli disse: D'ora innanzi, tu avrai in me un amico, anzi un fratello: e un uomo sempre pronto a renderti, magari con ogni suo rischio, il beneficio! Ecco quello che voleva Roberto. Nessuno sapea spiegarsi in che modo egli avea potuto rimanere tante ore nel pozzo.
Anche Roberto potea dir molto in tale argomento e non se ne rimaneva; sapeva così di cattivarsi l'animo di quell'uomo; e, benchè molto modesto, egli volle raccontar un giorno al soprintendente gli atti d'eroismo, ch'avea compiuti in occasione del naufragio.
Roberto si trovava in una stanza attigua al cortile, e sorvegliata da un secondino, stanza ove si custodivano varii attrezzi. Egli udì tutto. Uscì fuori, tenendo in mano una torcia accesa, si fece largo tra' compagni, gl'impiegati, e, in un attimo, si calò nel pozzo. Guardò bene verso il fondo: poi dette la torcia al soprintendente, dicendogli come dovea tenerla appoggiata all'orlo.
La moglie del soprintendente procurava, di soppiatto, a Roberto, cibi delicati, affinchè egli potesse nutrirsi meglio che stando all'ordinario della prigione: gli forniva vino, liquori.
Il soprintendente e la moglie di lui erano al supremo dell'agonia. Per essi, ognuna di quelle pietre staccatesi dovea aver ferito il loro figliuoletto, ne dovea aver colpito il gramo corpicello. Sciagurato, pensava il soprintendente, che non avea più fiato da proferir parola, me l'ha ucciso: e forse il bambino poteva salvarsi....
Egli scese pian piano; nessuno si accostava al pozzo, dal soprintendente all'infuori, e aspettavano, tremando, che, da un istante all'altro, Roberto vi perdesse la vita. A un tratto si staccarono alcune pietre e caddero giù, sbattendo per le pareti con molto fragore, e facendo nell'acqua un gran tonfo. Roberto gridò disperato: temeva quelle pietre potessero uccidere il bambino.
Protetto ora dalla famiglia del soprintendente, amato e venerato in essa com'egli era, cioè un salvatore; riguardato da tutti gli altri com'un uomo che avesse commercio con potenze occulte, egli esercitava su quanti lo circondavano, nell'ergastolo, un vero dominio. Chi lo amava: chi lo temeva: tutti lo rispettavano.
Tutti le furono appresso: poi si guardarono attorno: e si accorsero che era scomparso il bambino del soprintendente. Pochi momenti prima, tutti l'aveano veduto baloccarsi intorno al pozzo: la madre lo avea leggermente sgridato. Chi lo salva? chi lo salva? -domandò il padre atterrito. La ferita della gamba gl'impediva di tentar egli l'ardua discesa.
Gli avevano impedito qualsiasi corrispondenza: un arbitrio, che i nemici di Roberto avean saputo giustificare. Da anni, egli non avea più notizia neppure del suo vecchio padre. Eravi nel mezzo all'edificio della prigione uno stupendo cortile, di architettura antichissima: e spesso, di sera, in estate vi si raccoglieva la famigliuola del soprintendente: cioè la moglie di lui, e due bambini.
L'Amoretti, ferito da quattro colpi, due dei quali al capo, e piombato giù da una sì grande altezza, non era più riconoscibile. Il suo povero corpo, sfracellato in più parti, faceva ribrezzo. Furono subito raccolti gli avanzi per ordine del soprintendente, collocati in una specie di sacco per essere seppelliti, senza molte formalit
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