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Aggiornato: 28 giugno 2025


Giacomo, vano e ambizioso della conquista della Soleil, non aveva mai apprezzato Andreina secondo il merito, e molto scettico, anche in fatto di donne, mentre si lasciava abbindolare da Lalla, credeva all'apparente indifferenza di Andreina; ma quando seppe, e lo seppe appunto poco dopo che la contessa Della Valle lo aveva piantato in quel bel modo, quando seppe che la diva aveva finito coll'ammalarsi per essere stata abbandonata, questa notizia fu per il Vharè una cara scoperta, e fu grato alla Soleil di amarlo a tal segno, sentendo nel suo cuore come un conforto, come un contraccolpo dal disinganno sofferto.

La sera che precedette la partenza della Soleil da Borghignano, fu davvero una serataccia. La diva aveva molto lavorato coll'Assunta nel riporre la roba e nel prepararsi per la partenza, e tutt'e due erano stanche morte.

La Desirée Soleil era una francese, di Milano, la quale, prima di calcare le scene, si chiamava Andreina Calziraghi. Era una donna assai bella: il suo corpo avrebbe potuto servire da modello per i contorni ad uno scultore dell'et

Ma... Ma? Lalla non disse una parola di più: Giacomo vide passare ne' suoi occhi il nome della Soleil. Cattiva! Un'altra cosa, signor marchese. Intendiamoci: non bisogner

Intanto la comparsa inaspettata del marchese di Vharè avea prodotto sul palcoscenico un bolli bolli straordinario. I signori della Direzione, ch'erano innamorati in blocco della Soleil, per godersela da soli, almeno durante la recita, avevano proibito severamente l'accesso sulla scena a chi non apparteneva allo spettacolo, facendo solo una forzata eccezione per «i maledetti» giornalisti.

... Quella sera aveva avuto luogo, al teatro, la beneficiata della diva Soleil e uno splendido mazzo di orchidee e di violette russe, che spiccava fra i moltissimi stati offerti alla festeggiata cantatrice, aveva suscitato nel palchetti i commenti ed i pettegolezzi delle signore. Certo, certo, era stato il Vharè! Era il dono del Vharè! Era l'omaggio del Vharè!

L'arrivare al suo cuore non era dunque facile impresa. Era una donna d'ingegno e d'esperienza, conosceva il mondo e le seduzioni, danari ne guadagnava tanti quanti ne voleva spendere, ed anche così inflessibile, era festeggiata e aveva adoratori fino alla noia. Anzi, questo suo, era forse il modo migliore per averne moltissimi. Si consolavano a vicenda della comune sconfitta, si deridevano l'un l'altro e continuavano a sperare tutti insieme ed ognuno per proprio conto. D'altra parte, la Soleil era buona, amabile, piena di spirito, tollerava qualche allusione un po' arrischiatella e aveva il tratto di una gran dama. Il corteggiarla era di moda; il diventare uno de' suoi intimi voleva dire essere una persona del bel mondo, un uomo d'ingegno o una celebrit

Bisogna anche aggiungere, ch'egli aveva abbandonata la Soleil dopo aver vissuto insieme per ben tre anni, e l'aveva piantata senza un motivo, anzi peggio, mettendosi assolutamente dalla parte del torto; bisogna aggiungere che s'incontravano, si rivedevano allora per la prima volta dopo quell'abbandono, e che il legame del marchese di Vharè colla diva non era stato uno dei soliti amoretti del palcoscenico.

Quel buon vecchietto vagheggiava un'idea ch'era ad un tempo il sogno della sua vita e l'orgoglio della sua carica: ottenere, per una stagione d'opera, la diva Soleil al teatro di Borghignano. Per questo motivo faceva la corte al Vharè, e sentiva per lui un misto di invidia e d'ammirazione.

La Soleil, raccontandola, si animava, diventava rossa in faccia, e, alzandosi, afferrava uno de' suoi amici, lo trascinava attorno due o tre giri per il salotto e finiva con un impeto potentemente drammatico a lanciarlo fuori dell'uscio che gli chiudeva sul muso, accompagnando la spinta con un no! nel quale echeggiava una bellissima nota di contralto.

Parola Del Giorno

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