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Aggiornato: 19 giugno 2025
E tuttavia quello stesso giorno, durante quella stessa visita, Claudia trovò maniera di dirgli spiccicatamente, alla presenza di Nicla, che tutti i giovedì era sola, dalle tre alle sette. Non appena ella se ne fu andata, Nicla balzò in piedi, e fece alcuni passi, come smarrita. Ebbene, chiese Bruno attonito, che cosa avviene, Nicla? La giovane gli si volse. No, è troppo! esclamò.
Come mai in quel guasto cuore di ribaldo germinavano i versi del Rondeau: «Deux étions et n'avions qu'un coeur»? Folco guardò dentro gli occhi la fanciulla, che sembrò smarrita, fuor del mondo, sorpresa. Ella si levò per affacciarsi alla finestra a respirare.
Antonio mandò un'esclamazione di meraviglia e di orrore. Il vecchio, smarrita affatto ogni forza, s'aggrappò al braccio di chi lo sosteneva, appoggiò la fronte alla spalla del pietoso e scoppiò in pianto dirotto.
Molte altre invece con una ceffatina, che pareva una carezza, con un rimprovero che pareva uno scherzo, hanno ricondotto in un'ora all'ovile la pecorella smarrita.... So tutto, ma ti perdono.... So che tu mi ami sempre....
Io sono stanco e vecchio, e laggiù il dovere mi chiama. Non m'importa: se non potete restare, verrò con voi. Cara Luisa, voi perdete la testa, figliuola mia.... Sì, sì, è da quella notte che l'ho perduta ella rispose con aria smarrita. Da quale notte? chiese lui, inconsciamente. Ma si pentì subito.
La mattina dopo capitò in bottega dal libraio più presto del solito: voleva comperare una grammatica francese; quell'altra l'aveva smarrita, o gli era stata rubata: insomma non la trovava più! La grammatica francese costava appunto un fiorino come Le notti di Giuliana.
A me, vedete, signor conte, voi fate l'effetto di un gentiluomo, che ha tenute e foreste per far la gran caccia, e se ne va, umile borghese, la mattina di domenica, fuori porta San Francesco, a contendersi, con altri dieci o dodici suoi pari, una cingallegra smarrita. Smarrita!... in dodici, poi! mormorò Gino tra i denti.
Ma rise, perchè bisognava ridere; e quella risata fu l'orazione funebre recitata sulla tomba.... di una cingallegra smarrita. Ah! la gran caccia! esclamò egli poi, sospirando. Ne parlate facilmente, voi, bella signora. La gran caccia è molto faticosa, e più ancora difficile. Essa, ad ogni modo, richiede cacciatori più esperti. Non mi parlate degli esperti! replicò la marchesa. Io non li amo.
Quella finestra, alla quale smarrita, estatica affacciavasi la fanciulla, era altissima; e guardava il fianco d'un edificio antico, quadrato, ch'era stato altre volte la torre d'un castello.
È un sorriso molto dolce, un sorriso di bambina smarrita. Mortella. Veramente? Gherardo Ismera. M’intenerisce. Mortella. Ah! Credevo che vi sbigottisse un poco, che ve ne ricordasse un altro... Gherardo Ismera. Quale? Mortella. Quello per cui l’amico vostro incominciò a morire. Gherardo Ismera. L’amico mio? Mortella. Sì, l’amico vostro: mio padre.
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