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Aggiornato: 14 maggio 2025
Come si ponno narrare i fatti del 60 senza un ricordo all'infelice, ma eroico tentativo del 4 d'aprile, in cui un pugno d'uomini risoluti sfidò la potenza Borbonica nella capitale della Sicilia e fu comunque sia il primo episodio della gloriosa epopea?
Mentr’io ti parlo, in una queta stanza La dolce madre, sorridendo, posa: A lei dintorno, come aulir di rosa, Ondeggia una speranza: Nel lacerato cor che vinse il male, Che sfidò per vent’anni ombra e tempeste, Un’altra gioventù quasi celeste Batte le fulgid’ale. Ma tu non sai.
Quando sarai deputato le tue assenze saranno più lunghe. Sfido io... Ma ormai non ci sono distanze, e anche da Torino a Roma si va così presto.... E poi, di tratto in tratto, verrai anche tu a passar qualche settimana alla capitale. Io?... Ora Bebè è troppo piccola. Quando sar
È stato la mia perdizione. Vorrei essere fuori per inaffiarmene il ventre. Mi piace il Ghemme. Con tre o quattro bicchieri di questo vino sfido un esercito. Fuori di queste giornate, non c'è che l'avvenimento reale che possa portarci del benessere. Va a nozze un principe, o nasce una principessa, o accade al re qualche cosa che viene celebrato come una gioia nazionale? Il prigioniero rinasce.
Gustavo approvò con un cenno del capo. Lui, Alberto proseguì la Inverigo è un bravo giovine, sfido a negarlo. Non lo nego.
«Questa conversazione si ripete ogni notte, per tutta la convalescenza, la quale dura da undici a dodici giorni: costumanza generale, poichè le signore son molto prolifiche [sfido io, se sposavano dai 12 ai 15 anni!]; le conversazioni nella citt
E, dopo aver fatto i suoi calcoli: Ma se passasse qualcheduno per la strada? Il mugnaio non si scompaginò. Passi pure. Chiuderemo le imposte e sbarreremo l'uscio. Sfido io a vederci traverso le muraglie! E se Paolino tornasse improvvisamente? Ho la gamba da bersagliere. Balzerò nel cortile dietro la casa, mi nasconderò sui fienili e, quando egli sar
Persisti ancora a tacere? chiese Ahmed che sentivasi preso da una viva ammirazione per quell'uomo che sfidava così imperterrito la morte. Persisto, rispose il beduino. Ahmed battè le mani. Il carnefice alzò la scimitarra che balenò alla luce del fuoco. La morte ti sfiora, disse Ahmed. La sfido. Ad un tratto la scimitarra si abbassò non gi
Sfido io; senza zucchero! Fu quello, dopo tutto, un senso fugace del suo palato. Un gran mutamento si operava frattanto in tutto il suo essere. Il sangue scorreva gagliardo nelle arterie; la persona si ergeva snella sul fianco; il viso era fresco e lucente; gli occhi scintillavano; i muscoli tutti brillavano, come fossero molle di acciaio. Intanto, l'ospite suo, la camera, tutti i muti testimoni della sua triste vecchiaia, erano scomparsi. Aveva diciott'anni nè più nè meno. E, scambio della chicchera (dov'era andata la chicchera?), il signor Commendatore si trovò fra le mani un pezzo di carta, coi fregi sui margini e un bollo largo tanto, in cui si diceva che il signor Niccolò Ariberti aveva superato il giorno addietro con lode la prova d'ammissione agli studi legali nella universit
Ti sorprende forse? chiese Abd-el-Kerim, con un tono di voce sotto il quale sentivasi una leggiera vibrazione ironica. E sfido io! Fathma, non è un'almea comune. E nondimeno s'abbandonò fra le tue braccia. Ah! Abd-el-Kerim tu sei fortunato. Perchè? Avrei pagato mille piastre per sentirmela pur io adagiata sulle mie ginocchia, colla sua testolina appoggiata sul mio petto. Sei pazzo, Notis.
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