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Aggiornato: 26 giugno 2025
Dopo l'assoluzione, gli domandai un giorno che facevamo colazione al Savini con un amico, che cosa ti è avvenuto? Nulla. Io, Seneci, Zavattari, Del Vecchio, socialista, e Invernizzi, anarchico, fummo accompagnati a San Fedele da due agenti di P. S. in borghese, in due carrozze a nostre spese. Nella prima erano Del Vecchio e Zavattari, nella seconda io e gli altri due.
De Andreis era di opinione che avrebbero montata qualche macchina per tenerci in prigione. Federici fumava disperatamente una sigaretta dopo l'altra per cambiare l'odore dell'ambiente. Chiesi si contentò di dire che avrebbe pagato il conto. Un po' più tardi Seneci ci faceva sapere che non aveva mai dormito così bene.
L'Invernizzi e il Del Vecchio vennero rinchiusi in un camerotto per ordine del viceispettore Prina. Zavattari e Seneci vennero rilasciati dopo le solite formalit
Assistevano alla scomposizione del giornale Chiesi, Federici, Cermenati e Seneci. Prima di risalire negli uffici il Prina diede ordine di non permettere l'uscita ad alcuno.
Nella direzione si trovavano Chiesi e Federici in redazione Ulisse Cermenati e l'avvocato Valentini, il quale, come sai, scriveva, in quei giorni, degli articoli finanziarii. Il Seneci era dabbasso in tipografia che lasciava andare a casa gli operai, raccomandando loro di ritornare per l'edizione di notte.
Il Seneci, amministratore dell'Italia del Popolo, fece propaganda di idee repubblicane e scrisse articoli adatti all'indole del giornale da lui amministrato.
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