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Non venivano ad accrescere il numero delle bocche in quella povera casa, dove sicuramente, non che mancasse il superfluo, scarseggiava il necessario. Erano viaggiatori che potevano smontare alla migliore posada di Segovia, e prender magari un palazzo in affitto, se la folla dei gentiluomini e dei servitori di Corte avesse lasciato in quei giorni un posto conveniente a nuovi ospiti. Restando accanto al signor Almirante non sarebbero stati altrimenti a carico della famiglia, dove anzi portavano un po' d'agiatezza, e per intanto un raggio di sole; raggio benefico insieme e crudele, poichè metteva più in chiaro la nudit

Per fortuna, ed aiutando alla fortuna la previdenza del cavaliere, egli aveva ritenuta con una parte degli uomini che lo avevano accompagnato da Barcellona a Segovia. I lunghi viaggi erano resi allora più difficili dalla poca sicurezza delle strade; onde, a cansare i cattivi incontri, bisognava andar bene accompagnati, ed armati di tutto punto.

Invito a palazzo. Israele aveva levate ancora una volta le tende. La marchesa di Moya si era dunque apposta al vero, dicendo al capitano Fiesco che la Corte sarebbe passata di quei giorni da Segovia a Valladolid. Sappiamo le ragioni politiche di quegli spessi tramutamenti; dobbiamo anche conoscere come e perchè se ne avesse così pronta la notizia nel convento di Santa Chiara a Siviglia. E non solamente in quello, ma in tutti i conventi di Castiglia. Era il tempo che la politica degli stati la facevano i vescovi e i grandi ordini religiosi, padroni dei re, nel nome istesso di una autorit

"De Segovia, a 20 de febrero 1506. "El Almirante mayor del mar Oçeano "Visorey y Gobernador general de las Indias, etc. S. S. A. S. X. M. Y Xpo FERENS.

M'imbarcai sur un bastimento della Compagnia Segovia, presso la Torre dell'Oro, in un'ora che Siviglia era tutta immersa in un profondo sonno, e un sole ardentissimo la copriva d'un mare di luce.

Ma tutto ad un tratto la fiamma disparve, e il mare e l’orizzonte non furono più che tenebre fitte davanti agli occhi di lui. Rodrigo Sanchez di Segovia, capitano generale d’armamento della spedizione Oceanica, giungeva allora sul cassero, insieme con Pedro Gutierrez.

Il re, o la regina; replicò il Fiesco prontamente. Lascio stare il re, a cui pensate Voi, e che per ora, se è re in Aragona, non è altro che un reggente in Castiglia e Leone. Sappia dunque Vostra Eccellenza che i denari del viaggio da Barcellona a Segovia non me li sono spesi troppo male, e del mio tempo ho usato con un certo giudizio. Alle posadas ho discorso con ogni sorte di gente, popolani e signori, e preti e frati, e monache e soldati. C'è un'altra querela in campo, che al re Ferdinando pare assai più grave della vostra, e che per lui certamente è più fiera. Essa era gi

Prima di lasciare la Vecchia Castiglia, la culla della monarchia spagnuola, avrei voluto veder Soria, fabbricata sulle rovine dell'antica Numancia; Segovia, dall'immenso acquedotto romano; Sant'Idelfonso, il delizioso giardino di Filippo V; Avila, la citt

Mi ricordo che pochi momenti prima della partenza, un giovinetto venne a bordo a cercarmi, e mi rimise una lettera di Gonzalo Segovia, la quale racchiudeva un sonetto che serbo tuttora, come uno dei più preziosi ricordi di Siviglia. Sul bastimento era una compagnia di cantanti spagnuoli, una famiglia inglese, degli operai, dei bambini.

Il capitano, da buon andaluso, aveva una parola cortese per tutti. Appiccai subito discorso con lui. Il mio amico Gonzalo è figliuolo del proprietario del bastimento; parlammo della famiglia Segovia, di Siviglia, del mare, di mille cose allegre.