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Aggiornato: 20 giugno 2025
Un dí di carnoval era, e la pressa de' cavalieri e paladini è grande, per gir nella Ruet dopo la messa, ch'è una via in piazza, chiusa dalle bande da' sedili di paglia...
Altri tavoli e sedili dipinti sul muro. Baritono alcune guardie. Ah! no.... attendete.... Dove vanno, perdio, questi balordi?... Io muti li credea sono anche sordi!... Frate Profondo e Detti. FRATE. Signor.... BARIT. Che vuoi?... FRATE. Di favellarvi chiede Primadonna... ma pria.... con vostra pace... Io pur vorrei.... BARIT. Che cosa?....
Fuori della cinta del giardino continuava a salire nell'erta del monte una strada a scalinata che passando nell'ombra degli ulivi menava a una spianata molto verde e aperta dove spiegavasi la gran luce del cielo e del lago. Qui era anche una piccola grotta naturale rivestita di molte erbe e per la frescura del sito erano stati collocati alcuni sedili che invitavano a restare.
Le donne giungevano sole e a gruppi con i fagotti, i canestri e le corbe piene di roba e si appoggiavano al muro della carcere o andavano ad occupare i sedili di granito della piazzetta o si aggruppavano alle altre aggruppate nel largo in faccia al bastione.
Ma pur guardando certi sedili di marmo mezzo nascosti fra i cespugli, e figgendo lo sguardo nel buio di certi sentieri lontani, e pensando a quelle regine, a quegli amori, a quelle follie, non potevo trattenere un sospiro, che non era di piet
E su quei sedili? sedevano a destra e a sinistra due preti, ambi conosciuti da noi; a destra il generale dei gesuiti, ed a sinistra il più astuto di quella setta monsignor Corvo sul davanti un vecchio a bianca capigliatura sul volto del quale scorgevansi i segni dell'atroce tortura. Al posto d'onore stavan due donne coperte da bianco velo, e candidissimo era tutto il resto dell'abbigliamento.
L'uno e l'altra tacevano, tutti assorti com'erano in pensieri, che sebbene diversi, convergevano a un punto solo. Così silenziosi arrivarono dove il viale si perdeva in quattro o cinque sentieri, in mezzo ai quali era una statua dal vasto piedistallo circuito di sedili.
E pareva incantato davvero: ad ogni tratto s'apriva un viale, poi si trovavano quasi rinchiusi in un boschetto misterioso, poi veniva un po' di rado dove entrava esultante un raggio di sole, e alberi, e fiori, e sedili coperti di musco; ma per un bel tratto non trovarono anima viva; ad un certo punto soltanto incontrarono due cani danesi, che fecero subito amicizia con Mario e Giannina, e finalmente dopo aver passato un viale più largo si trovarono davanti alla bellissima villa tutta circondata di piante fiorite e illuminate dal sole, rallegrata da immensi zampilli d'acqua, che a quella luce parevano spruzzi di diamanti, e davanti videro un bel prato verde dove era preparata una quantit
Il sughero! Lo ricordate, o lettori, quell'albero di sughero, che Giacomino, il giardiniere, faceva notare ad Enrico Pietrasanta, il quale, profano quel giorno alle delicature poetiche, lo sentenziò buonissimo per far turaccioli? Ricordate che a' piè di quell'albero era una tavola di lavagna, con parecchi sedili rustici tutt'intorno?
La passeggiata fuori Porta Nuova finiva a mezzanotte. Beato chi poteva trovare un posticino nei sedili presso la fontana di S. Teresa! (Piazza Indipendenza). Qualche solitario sognatore di vecchie storie guardando la bella, anzi bellissima sirena della fontana versante dal seno copiosi zampilli d’acqua, avr
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