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Il secondino va al muro e lascia scendere in mezzo alla camera la lanterna: rimane accosto al muro per tirarla su quando sar

È come se avessi rotto un caraffa di cristallo finissimo. C'è tutto il Cellulare sottosopra. Il secondino di servizio guardò i cocci con aria di sospetto, fece un'annotazione e richiuse l'uscio. Rividi lo stesso agente con un sottocapo, il quale entrò a dare un'occhiatina ai frantumi. Come avete fatto a romperla? Cadde. Me ne faccia dare un'altra a mie spese. Uhm!

Staccatosi anche da quella porta, il bravo secondino si diede a passeggiare in lungo ed in largo per opporre migliore resistenza al sonno, ch'era sempre per tornare ad assalirlo. In fondo al camerone era un cancello, pel quale si passava nelle altre parti della prigione... a quel cancello stava di guardia una sentinella.

Il prigioniero si avviava col secondino, quando il giudice li richiamò indietro: Aspettate! Petronio, domani, che è un giorno dedicato a san Pietro, farete digiunare rigorosamente questo detenuto: ciò servir

Tutto compreso da quella pena, tanto orribile pel cuore di un marito e di un padre, Giuseppe Monti non dava segno di vita; soffriva pazientemente la durezza del carcere, e solo ad ora ad ora, quando le torture del suo pensiero si facevano più insoffribili, mormorava a bassa voce queste sole parole: Povera mia moglie! poveri miei figli! Il secondino Petronio.

Roberto si trovava in una stanza attigua al cortile, e sorvegliata da un secondino, stanza ove si custodivano varii attrezzi. Egli udì tutto. Uscì fuori, tenendo in mano una torcia accesa, si fece largo tra' compagni, gl'impiegati, e, in un attimo, si calò nel pozzo. Guardò bene verso il fondo: poi dette la torcia al soprintendente, dicendogli come dovea tenerla appoggiata all'orlo.

Era quella del giudice Marini, che nello stesso momento diede un forte colpo sulla spalla del disgraziato Petronio. Non può descriversi la confusione del secondino. Tutto tremante, si cavò dal capo la berretta, gli cadde di mano la pipa, e balbettò: Si...signor... giu...giudice!... Eccellenza!... A questo modo fai il tuo dovere? esclamò Marini tutto infuriato.

Mentre i confortatori entravano per la porta del carcere e salivano sulle scale, il secondino Petronio, che doveva aprire le segrete dei condannati, e condurli nella cappella, aspettava l'arrivo della confraternita in quel camerone della prigione, dove l'abbiamo incontrato un'altra volta, e dove faceva fra e queste riflessioni: Quei due poveretti devono proprio andare alle morte questa mattina!... Questo pensiero mi produce un affanno, che non posso spiegare. Io sono avvezzo a vedere queste disgrazie. Eppure questa volta mi sento proprio stringere il cuore. Ma perchè? Perchè questi due disgraziati non sono assassini. Avranno forse fallato, ma credevano di far bene!... Quel povero Tognetti così giovane! E Monti, poveretto, che lascia la moglie e tre figli, e il bambino più piccolo ha diciotto mesi!... Ah, che miseria!... Se dipendesse da me, io farei loro la grazia sul momento. Pare impossibile che il Santo Padre, che dicono che è tanto buono, non debba sentir compassione, quando la sento io, che sono una pellaccia dura d'un carceriere! Ma io sono un ignorante, e lui ne sa più di me. Dovr

Tutte le volte che si doveva passare sotto un volpone di quella fatta ingrossava il cuore davvero. Era un secondino ripugnante, col collo che si gonfiava come quello del serpente quando va in collera, con la faccia ridotta a una grossa cipolla ammaccata. Bastava spremerla per vederla colare di marcia. Dio non poteva dare del bene a questi mostri verdi come la bile.

La sola cosa, che potevano fare per me, era di mettermi in una stanza solo e di offrirmi un bicchiere d'acqua fresca con del limone del loro fiasco. Accettai tutto con dei grazie e mi lasciai condurre di sopra da un secondino che mi aperse e mi chiuse in una stanza. Delle cimici che divoravano il soffitto, annerivano le pareti e muovevano il pagliericcio, ho gi