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117 Di cocenti sospir l'aria accendea dovunque andava il Saracin dolente: Ecco per la piet

124 Pur vo' tanto cercar prima ch'io mora, anzi prima che 'l crin più mi s'imbianchi, che forse dirò un , che per me ancora alcuna sia che di sua non manchi. 125 Il Saracin non avea manco sdegno contra il suo re, che contra la donzella; e così di ragion passava il segno, biasmando lui, come biasmando quella.

135 Del capo e de le schene Rodomonte la terra impresse; e tal fu la percossa, che da le piaghe sue, come da fonte, lungi andò il sangue a far la terra rossa. Ruggier, c'ha la Fortuna per la fronte, perché levarsi il Saracin non possa, l'una man col pugnal gli ha sopra gli occhi, l'altra alla gola, al ventre gli ha i ginocchi.

53 Non mai con tanto gaudio o stupor tanto levò gli occhi al figliuolo alcuna madre, ch'avea per morto sospirato e pianto, poi che senza esso udì tornar le squadre; con quanto gaudio il Saracin, con quanto stupor l'alta presenza e le leggiadre maniere, e il vero angelico sembiante, improviso apparir si vide inante.

Quando del sommo Dio rivolti a l'onte Piacendo a noi si fero al Cielo odiosi? Quinci de' Saracin fur le man pronte In campi aperti, e su per colli ombrosi A perseguir de la lor fuga il volo, E fur dispersi, e fur sommersi in duolo.