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Aggiornato: 18 giugno 2025


Se qualche luogo spiegava una rara magnificenza, tornava alla carrozza, e Sant'Aubert, troppo stanco per andar a goderne in persona, vi mandava la figlia e stavasene ad aspettarla.

Sant'Aubert celossi il volto nel fazzoletto, non potendo parlare; ma Emilia continuò a favellare al padre le verit

La Sant'Aubert aveva in gran pregio questo braccialetto, perchè conteneva il ritratto di sua figlia; e questo ritratto, fatto da poco, era di perfettissima somiglianza. Quando Emilia fu certa di tal perdita, arrossì, e divenne pensierosa.

Nel tornare a casa, la fanciulla pensava a quanto le era accaduto; Sant'Aubert si abbandonava al più dolce godimento, contemplando i beni che possedeva. La sua sposa era conturbata ed afflitta dalla perdita del ritratto; avvicinandosi a casa, distinsero un romore confuso di voci e di cavalli; parecchi servi traversarono i viali, ed una carrozza a due cavalli arrivò nello stesso punto davanti la porta d'ingresso del castello. Sant'Aubert riconobbe la livrea del cognato, e trovò difatti i coniugi Quesnel nel salotto. Essi mancavano da Parigi da pochissimi giorni, e recavansi alle loro terre distanti dieci leghe dalla valle, Sant'Aubert gliele aveva vendute da qualche anno. Quesnel era l'unico fratello della moglie di Sant'Aubert; ma la diversit

Tutti quelli di mio padre vi alloggiavano comodamenteriprese Sant'Aubert, rammentandosi con dispiacere l'antica abitazione, «ed il di lui seguito era pur numeroso. Le nostre idee si sono un po' ingranditedisse Quesnel; «ciò ch'era decente in quei tempi, or non parrebbe più sopportabileIl flemmatico Sant'Aubert arrossì a tai parole, ma l'ira fe' presto luogo al disprezzo.

Ben di rado la si sente tanto di buon'ora come stasera; d'ordinario ciò accade verso mezzanotte quando quella fulgida stella che si trova adesso al di sopra di quelle torrette tramonta a sinistra del bosco. Quali torrettedomandò Sant'Aubert; «io non ne vedo alcuna.

Era tardi, quando Sant'Aubert ed Emilia si ritirarono nelle loro stanze; Valancourt restò dinanzi alla porta. In quella bella stagione preferiva siffatto posto ad una stanzuccia e ad un letto di pelli. Sant'Aubert fu alcun poco sorpreso di trovare nella camera Omero, Orazio ed il Petrarca, ma il nome di Valancourt scritto su quei volumi, glie ne fece conoscere il possessore.

Sant'Aubert stava per rinnovellare le sue domande sul castello; ma l'uomo piantollo e se ne andò. Dopo un momento di riflessione, Sant'Aubert ordinò a Michele di andare pian piano verso i boschi. Ad ogni istante il crepuscolo diventava più oscuro, e la difficolt

La Quesnel, nel frattempo, esprimeva il suo stupore alla Sant'Aubert sulla vita trista che menava, diceva essa, in un cantuccio così remoto. Probabilmente, per eccitare l'invidia, si mise poscia a narrare le feste da ballo, i pranzi, le veglie ultimamente date alla corte, e la magnificenza delle feste fatte in occasione delle nozze del duca di Joyeuse con Margherita di Lorena, sorella della regina; descrisse colla stessa precisione e quanto aveva veduto, e quanto non erale stato concesso di vedere. La fervida immaginazione di Emilia accoglieva que' racconti coll'ardente curiosit

Appena fu ristabilito, la prima visita fu alla peschiera: un paniere di provvisioni, i libri, ed il liuto di Emilia vi furono mandati dapprima; della pesca non se ne parlava, perchè Sant'Aubert non prendeva verun piacere alla distruzione degli esseri viventi.

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