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Aggiornato: 18 giugno 2025
Sant'Aubert gli attestò la sua riconoscenza e ricusò l'offerta; ma lo straniero insistette. «Non rifiutate; sarei dolente troppo, signore,» ripres'egli, «se voi giaceste sopra una pelle mentr'io mi trovassi in un letto; i vostri rifiuti offenderebbero il mio amor proprio, e potrei pensare che la mia proposta vi spiaccia; vi mostrerò la strada, e la mia albergatrice trover
Buon Dio!» sclamò Sant'Aubert; «voi non distruggerete quel maestoso castagno, che esiste da tanti secoli, e fa l'ornamento della terra! Era gi
Appena furono nella valle, un'altra banda uscì dai boschi, ed i timori di Sant'Aubert aumentarono, non dubitando non fossero tanti contrabbandieri arrestati nei Pirenei, e scortati dalla soldatesca.
Sant'Aubert, qualche tempo dopo, parlò della signora Cheron sua sorella.
Non rispondeva nulla alle di lei domande sulla sorte della povera Teresa, la vecchia serva del padre suo. In un poscritto, Quesnel, parlando di Motteville, nelle cui mani Sant'Aubert aveva posto la maggior parte del suo patrimonio, le annunziava che i di lui affari stavano per accomodarsi, e ch'essa ne ritirerebbe più di quel che avrebbe potuto aspettarsi.
Dopo un momento di riflessione, Sant'Aubert volle aspettarlo per interrogarlo sul casale cui cercava: il forestiere rispose che il villaggio era distante solo una mezza lega, che vi andava egli stesso, e gli avrebbe servito di guida; Sant'Aubert lo ringraziò, e colpito dalle di lui maniere semplici e franche, gli offrì un posto in carrozza.
«Quando tornerai a casa...» E sospirò profondamente. Appena ella lo sentì parlare di questo ritorno, tutte le circostanze che dovevano accompagnarlo si presentarono alla di lei immaginazione; ebbe un nuovo accesso di dolore, e Sant'Aubert, più afflitto ancora dallo sforzo e dal ritegno fattosi, non potè trattenere le lacrime.
Sant'Aubert l'interrogò su' suoi progetti di abbellimento; si trattava di demolire l'ala destra del castello per fabbricarvi le scuderie. «Farò in seguito,» aggiunse egli, «una sala da pranzo, un salotto, un tinello, e gli alloggi per tutti i domestici, poichè adesso non ho da allogarne la terza parte.
Possano eglino esser sempre così! io spero morire in mezzo a' loro, o signore: ora son vecchio, e mi resta poco da vivere; ma è una gran consolazione il morire fra i suoi figli. Mio buon amico,» disse Sant'Aubert con voce tremante, «voi vivrete, lo spero, lungamente in mezzo ad essi.
Emilia stupefatta da quella positiva asserzione, rispose: «Io son figlia di Sant'Aubert, e la dama che voi nominate mi è affatto estranea. Voi lo credete?» rispose la Laurentini. Emilia le domandò per qual motivo pensasse il contrario.
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