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Aggiornato: 20 giugno 2025


Giuliano, appena insediato imperatore, mise, con mano fermissima, un freno agii abusi, e regolò con legge le prestazioni dei servizi gratuiti, le evectiones. Solo i governatori delle Provincie potevano accordarle. I magistrati inferiori ne avevano un numero limitato, e dovevano aver ricevuto, caso per caso, l’autorizzazione dell’imperatore. Gli effetti di questa riforma pare siano stati salutari e rapidissimi. Libanio, dopo averci fatta quella singolare descrizione e detto che i consigli municipali, che dovevano provvedere alle spese, erano del tutto rovinati, così continua: «Giuliano fermò tale abuso, proibendo i viaggi non strettamente necessari ed affermando essere egualmente pericoloso tanto il concedere come il ricevere questi servizi gratuiti. E si vide

Il governatore francese, messer Filippo di Cleves, signore di Ravenstein, tenendo pei nobili antichi, faceva orecchio da mercante; anzi, per non aver da sentire i popolari, se ne andava tranquillamente in Asti. E come avviene spesso negli uffici amministrativi, che quando esce il principale per prendere una boccata d'aria, guizza via il segretario per prenderne due, anche il suo luogotenente Roccabertino colse la buona occasione, per portare un suo reuma in Acqui, a quelle terme salutari. Ma l'acqua bollente ch'egli andava a cercare laggiù, stava per dar di fuori in Genova, dove le due parti si guardavano in cagnesco, e dall'una e dall'altra si faceva gente, per non esser colti alla sprovveduta. Ai popolari si accostava la plebe, gente in gran parte calata dalle ville della Polcevera ai mestieri e alle piccole industrie della citt

Intanto sopraggiunsero un altro notaro, e due giudici; i quali poichè si furono ricambiati gli onesti salutari, ed ebbero lungamente favellato del tempo, della stagione, della loro salute, e delle donne loro, Cesare Luciani creatura bruttissima, con un capo che pareva un corbello; di faccia verde, come composta di sego vieto e di verderame, disse che l'aria fresca gli aveva inacerbita la gotta, e la tosse; ed il notaro Ribaldella, che lo considerava suo protettore, gli raccomandò con voce lacrimosa, che per lo amore di Dio avesse cura della sua preziosa salute.

I riflessi prudenti e regolari chiamò «fredda ragion» questa genia, e «novelle scoperte salutari» chiamò i vapori della fantasia; onde i commiserevoli scolari appreser che «ragion» vuol dir «pazzia», e appreser che «pazzia» vuol dir «ragione», ed Arlecchin divenne Salomone.

Dice qualche cosa di più: ammette che «l'egoismo d'un'anima chiaroveggente e forte è più efficacemente caritatevole che non tutta la devozione d'un'anima debole e cieca». Quantunque non lo nomini mai, si sente che egli vuole più d'una volta correggere l'altruismo mistico del Tolstoi. «Piangere con quelli che piangono, soffrire con quelli che soffrono, tendere il proprio cuore a tutti i passanti perchè lo feriscano o lo carezzino», non è, secondo lui, il dovere per eccellenza: «le lacrime, le sofferenze, le ferite in tanto sono salutari in quanto non scoraggiano la nostra propria vita.

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