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Non parlo in van; ciò che lassù nei cieli Dal supremo Signor non mi s'ascose, Quì consiglia ragion, ch'oggi io riveli; Ascoltami e gioisci: opre famose In soggiogar tiranni aspri e crudeli, In calpestar corone ingiuriose, Faran pur con queste armi i tuoi sublimi; Ma duo fra tanti appariranno i primi.

Filinor tanto bene non s'ascose, che nol potesse l'ostier rinvenire. Del pagamento il prega e lo riprega: Filinor minaccioso glielo niega. Quel meschinel, veggendo il conto perso, richiamar in giudizio un giorno fallo; ma Filinor gli piantava un converso che gli dovesse pagar il cavallo.

E gia` 'l maestro mio mi richiamava; per ch'i' pregai lo spirto piu` avaccio che mi dicesse chi con lu' istava. Dissemi: <<Qui con piu` di mille giaccio: qua dentro e` 'l secondo Federico, e 'l Cardinale; e de li altri mi taccio>>. Indi s'ascose; e io inver' l'antico poeta volsi i passi, ripensando a quel parlar che mi parea nemico.

Ara vos prec, per aquella valor que vos guida al som de l'escalina, sovenha vos a temps de ma dolor!>>. Poi s'ascose nel foco che li affina. Purgatorio: Canto XXVII Si` come quando i primi raggi vibra la` dove il suo fattor lo sangue sparse, cadendo Ibero sotto l'alta Libra, e l'onde in Gange da nona riarse, si` stava il sole; onde 'l giorno sen giva, come l'angel di Dio lieto ci apparse.

Armossi, e dal castel lontano un poco, ove passar dovean, cheto s'ascose. L'usata audacia e l'amoroso fuoco non gli lasciò pensar troppo le cose: che vedendo il cavallier venire, l'andò lancia per lancia ad assalire. 50 Al primo incontro credea porlo in terra, portar la donna e la vittoria indietro: ma 'l cavallier, che mastro era di guerra, l'osbergo gli spezzò come di vetro.

E gia` 'l maestro mio mi richiamava; per ch'i' pregai lo spirto piu` avaccio che mi dicesse chi con lu' istava. Dissemi: <<Qui con piu` di mille giaccio: qua dentro e` 'l secondo Federico, e 'l Cardinale; e de li altri mi taccio>>. Indi s'ascose; e io inver' l'antico poeta volsi i passi, ripensando a quel parlar che mi parea nemico.

Il mio stupore fu forte che dimenticai mia madre finché il sole s'ascose sotto all'orizzonte. L'infanzia, savio Meng-pen, è un canto vago, incompreso mentre vibra, che diventa chiaro più tardi nella memoria. Le soluzioni di molti oscuri problemi della mia fanciullezza non mi si rivelarono evidenti che quando divenni adulto.