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Aggiornato: 20 giugno 2025
Dietro una siepe viva di biancospini e cotogni s'udiva chiocciare, stridere, squittire, pigolare.
La carica dei mercenarii non ebbe sfogo che contro alcuni cani e somarelli di campagna che si ritiravano a casa e non s'udiva altro che un grande abbaiare dei primi ed un urlar dei secondi, perseguiti colle baionette alle reni dai valorosi campioni delle sottane. Eran circa le 10 della sera e tutto era tranquillo in Viterbo.
Era all'alba di un tal giorno che s'udiva incessantemente il lontano squillo del corno, e per le ore ventidue attendevasi che tutti si riducessero in castello, però mancando pochissimo a scattar quell'ora all'orologio del torrazzo, il maggiordomo si affannava perchè ogni cosa fosse compiutamente in ordine pel momento stabilito.
S'avvicinava la sera: nello stradale deserto, in una a un rumor di ruote, s'udiva un tintinnio di sonagliere cadenzato col trotto lento di due cavalli.... Una carrozza di viaggio sboccò dal gomito che fa la via in quel punto, e s'avanzò tra un filare d'ulivo attraverso i quali di tratto in tratto s'intravvedeva il mare liscio e turchino, e una folta siepe di spina santa, che chiudeva campi a sommacco.
Pareva in quelle note sentire il fruscio delle loro ali azzurre..... La canzone continuava forte, intricata come il lottare degli elementi; ma il triste motivo del principio s'udiva sempre pareva filtrare per entro. Quella voce angelica, che somigliava alla voce d'Ida, s'udiva fra quella divina tempesta di note. Il conte balbettava parole incoerenti.
Assaltavano il procaccio: uscivano armati e di notte dal paese.... s'appostavano nello stradale.... aspettavano.... S'udiva un tintinnio di campanelli, poi un rumor di ruote e uno scalpitar di cavalli: si vedevano i lampioni accesi nell'oscurit
«Vieni tu con noi, a vedere il ballo? disse finalmente uno degli amici a Giuliano, fermandosi a mezzo il borgo, in capo a un vicolo, dal quale s'udiva venire un suono di strumenti festoso. «O perchè no? sclamò egli provocato da quel suono come da un'ingiuriosa parola: andiamo e vediamo la sposa!
Buona sera, duca Sanseverino. Nel meriggio di settembre tutto taceva. Nella campagna attorno era un grande silenzio. Ogni tanto, di lontano, s'udiva il rumore di una carrozza che passava sulla strada maestra.
Era mezzanotte. Serena stette così lungamente, bevendo l'aria fredda della notte, col cuore stretto da un'angoscia indefinita. Un soffio gelato la tolse da quel torpore: il vento s'era messo a spirare da tramontana. Chiuse lo sportellino, spense il lume, il cui lucignolo faceva il fungo tristamente, ed entrò nella sua camera. S'udiva il russare sonoro della vecchia.
Vi entrò camminando con precauzione fra rottami d'ogni sorta e s'arrestò, pochi minuti, dopo dinanzi ad una porticina ferrata e bassa. Tese l'orecchio: al di fuori s'udiva brontolare il tuono e ruggire il vento sotto le grandi foreste e nel sotterraneo s'udivano le bestemmie e i lamenti del prigioniero. Un satanico sorriso apparve sulle labbra dello sceicco.
Parola Del Giorno
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