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Aggiornato: 24 luglio 2025
Ho potuto fare una cosa orrenda. Stenterai a credermi. Tornato dal cimitero dove avevo assistito, senza piangere, quasi inebetito, al seppellimento della mia morta adorata, mi son chiuso nella cameretta accanto a quella in cui mia madre era spirata due giorni avanti.... ho ripreso il mio romanzo abbandonato da parecchie settimane, come se niente di terribile fosse accaduto nella mia vita.... ed ho scritto, ho scritto, notte e giorno per dieci giorni di sèguito, dormendo qualche ora seduto nella poltrona, con la testa su le braccia appoggiate al tavolino, sostentandomi con caffè e latte e pochi biscotti, domando così lo sconvolgimento fisico dell'organismo che pareva dovesse annientarmi l'intelletto. È stata, forse, azione istintiva, per proteggerlo, per salvarlo.... Una mostruosit
Stetti quattordici giorni in segrete, patii la fame, e per levarmi da quelle angustie feci il mio romanzo. Che vogliono dunque da me? Io me ne appello alla Corte, ai giurati, al popolo. Sì, sì: avete ragione: avete detto abbastanza, e vi abbiamo compreso. Mistretta alzatevi. Come vi chiamate? Antonino Mistretta, detto il Salernitano, d'Antonino: pecoraio, di Lercara.
Ora, se un critico fine e arguto come il Lemaitre non ha veduto chiaramente questo, è assurdo pretendere che abbia a vederlo il pubblico che non fa il mestiere di lui e dei suoi colleghi, e non ha obbligo di farlo. Sono anzi costoro che gl'imbrogliano il cervello, classificando, distinguendo, creando specie e sottospecie, generi e sotto-generi di romanzo, secondo i concetti più o meno abilmente trovati e messi in voga dai cercatori di novit
Nel romanzo L’Uomo-Femmina G. G. Rocco ci d
Ma un libro, e sia pure un romanzo, onde non emerge un'impressione netta e coerente ossia una conclusione sar
Il romanzo, probabilmente, se vorr
Il Romanzo della Morte, così concepito è la storia della lotta dei sensi alleati all'intelletto forte e alla vigorosa saldezza dell'animo, contro le massime tradizionali, succhiate col latte, sui pregiudizii necessariamente assorbiti, sull'istinto autocratico del maschio. È il romanzo della rivincita. Lotta titanica invero, cui soltanto un'organizzazione eccezionale è dato combattere.
«Certo, tutto ciò non è affatto castigato: certo, vi è terribilmente sparso il pimento africano e il romanzo odora furiosamente di negro (specialmente nello Stupro delle negre); ma è pieno di vita, poichè, in fondo, nulla è più vivo di incubo. Credete voi che il fabbricare da capo a piedi un uomo artificiale e il farlo camminare non sia difficile, quando s'abbia dell'immaginazione? Lo credete? Io penso invece che sia difficilissimo essere Dio. Ed io credo di non far dispiacere a Marinetti paragonandolo a questo primo autore del primo volume dell'umanit
Il romanzo della mia vita incomincia quando io avea diciott'anni, e passavo gran parte del giorno al balcone, in casa di mio zio canonico. Allora la contessa Savina di Brisnago aveva sedici anni, e ricamava, seduta presso al balcone dirimpetto del mio.
Senza sapersene spiegare la causa, egli provava una dolce commozione nel contemplare quella figura di donna afflitta: l'atteggiamento gli pareva indovinato; vi si leggeva un romanzo. Lei era stata una giovinetta bella ed elegante, che il caso, l'inconsideratezza, o la ferrea volont
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