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Aggiornato: 18 giugno 2025
<<O donna in cui la mia speranza vige, e che soffristi per la mia salute in inferno lasciar le tue vestige, di tante cose quant'i' ho vedute, dal tuo podere e da la tua bontate riconosco la grazia e la virtute. Tu m'hai di servo tratto a libertate per tutte quelle vie, per tutt'i modi che di cio` fare avei la potestate.
Erano accorse le fanciulle, ed abbracciavano sbigottite i ginocchi del loro protettore. Un secondo scoppio e un terzo li tenne per qualche istante riuniti e stretti, nell'ansia di un silenzio che sembrava non dovesse rompersi più. Finalmente il solitario rialzò le fanciulle, e disse: Non temete. Riconosco questi rumori. Sono gli uomini che lavorano per cambiare l'opera del Creatore.
Ho trovato un cappello! mi risponde un giovinotto. «Corro verso di lui, prendo il cappello, e subito lo riconosco... era il cappello di Bobi... Ci guardammo tutti costernati... Di sicuro, disse il più attempato dei contadini, qui si tratta di una grande disgrazia!... Mi sentii rabbrividir... Ma mi restava una speranza... Avanti! avanti! ripetei.
O mia sposa dolcissima, il dar morte a te che sempre fosti suavissima esca di miei pensieri, senza la cui vita né viver vorrei né esser stato nel mondo; o mia vera Amasia, e non piú imagine della finta Amasia sei l'una e l'altra, e la vera e l'ombra della falsa, uccider te da cui solo riconosco la mia vita?
Noi fummo tutti gia` per forza morti, e peccatori infino a l'ultima ora; quivi lume del ciel ne fece accorti, si` che, pentendo e perdonando, fora di vita uscimmo a Dio pacificati, che del disio di se' veder n'accora>>. E io: <<Perche' ne' vostri visi guati, non riconosco alcun; ma s'a voi piace cosa ch'io possa, spiriti ben nati,
La legge mi comanda di proferire a mia volta la parola perdono; ed io, per obbedire a questa legge, ti perdono la sola colpa che in te riconosco, quella di aver amato un uomo immeritevole di possederti. I due fidanzati, nell'estasi di un lungo abbracciamento, non si accorsero che la porta si era aperta, che non erano più soli. Speranza e fratello Consolatore entrarono nella rotonda.
Col sopravvenire di lei, della madre Perché, per fortuna, la riconosco a tempo! E me li riporto tutti a casa, signore! Lei s'immagini, ora, la situazione mia e la sua, una di fronte all'altro: ella, così come la vede; e io che non posso più alzarle gli occhi in faccia!
Tutt'a un tratto mia madre alzò la voce severa: Dario! Dario! Non ti riconosco, figlio mio! È forse colpa di Fausta? Tua? Della bambina? Io che sono una povera donna quasi ignorante dico: Il Signore ha voluto così! E mi rassegno alla sua volont
In questi tre anni io mi sono tanto mutata che mi par quasi di portare un altro sangue. Tu non sei mutata affatto, e quasi non ti riconosco. La Rondine. Veramente! Mortella. Tu non puoi capire, Gentucca. La Rondine. In fondo, sono più ocherella che rondine. Lo confesso. E poi tu lo dici chiaro.
Agata mi ascoltava in silenzio, non osando contraddire ai miei sentimenti; ma, eccitata a dirmi francamente la sua opinione, rispose: Riconosco il genio di Madama di Staël, ma come donna mi è antipatica. Essa amava il rumore e gli splendori della gloria, io il silenzio e l'ombra del focolare domestico.
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