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Aggiornato: 25 giugno 2025


|La Signora|. E poiché mio marito l'avrá riletto, spero che vorrá disdirsi d'una cosa detta da lui solo per sbaglio di memoria, del quale per altro fo io le scuse al signor Grisostomo. |Grisostomo|. Ella, madama, è troppo gentile con me. Gliene rendo grazie. |Grisostomo|. Il dramma è preceduto da un prologo brevissimo in forma di dialogo tra l'impresario del teatro ed un'attrice.

Lo duca mio li s’accostò allato; domandollo ond’ ei fosse, e quei rispuose: «I’ fui del regno di Navarra nato. Mia madre a servo d’un segnor mi puose, che m’avea generato d’un ribaldo, distruggitor di e di sue cose. Poi fui famiglia del buon re Tebaldo; quivi mi misi a far baratteria, di ch’io rendo ragione in questo caldo».

Mia madre a servo d'un segnor mi puose, che m'avea generato d'un ribaldo, distruggitor di se' e di sue cose. Poi fui famiglia del buon re Tebaldo: quivi mi misi a far baratteria; di ch'io rendo ragione in questo caldo>>. E Ciriatto, a cui di bocca uscia d'ogne parte una sanna come a porco, li fe' sentir come l'una sdruscia.

da l’altro cinghio e dismontiam lo muro; ché, com’ i’ odo quinci e non intendo, così giù veggio e neente affiguro». «Altra risposta», disse, «non ti rendo se non lo far; ché la dimanda onesta si de’ seguir con l’opera tacendo».

Rivolgendosi quindi a Concettella, soggiunse: Donna, io ti rendo il tuo giuramento: noi non siamo più nulla. Non ritornare più qui; io non ti riceverei altrimenti. Noi siamo oggimai stranieri. Ti perdono il male che mi hai fatto. Rubare al prigioniero il suo raggio di speranza, gli era come un rubare al prete l'ostia consacrata sull'altare: ma t'hanno assolta. Tagliare il filo che attaccava questo sciagurato al mondo; avvelenare il soffio che gli arrivava ancora dalla societ

da l'altro cinghio e dismontiam lo muro; che', com'i' odo quinci e non intendo, cosi` giu` veggio e neente affiguro>>. <<Altra risposta>>, disse, <<non ti rendo se non lo far; che' la dimanda onesta si de' seguir con l'opera tacendo>>.

Ella dice: Diletto mio, è bene lo stare unita con te solo. E Gesù, chinandosi verso di lei e abbracciandola: E a me è sempre soave cosa lo stare unito con te, mia diletta. E lei: Io, vile femminella, ti saluto, Signor mio amatissimo. E lui: Ed io ti rendo il saluto, amorosissima mia. E un'altra volta la bacia su la bocca e sul petto.

In molti inconvenienti cade l'anima che ha salita questa scala solo col timore servile e con l'amore mercennaio. Debbansi adunque levare ed essere figliuoli, e servire a me senza rispecto di loro. Benché Io, che so' remuneratore d'ogni fadiga, rendo a ciascuno secondo lo stato ed exercizio suo.

da l’altro cinghio e dismontiam lo muro; ché, com’ i’ odo quinci e non intendo, così giù veggio e neente affiguro». «Altra risposta», disse, «non ti rendo se non lo far; ché la dimanda onesta si de’ seguir con l’opera tacendo».

E se costoro non tassano l'exercizio de l'orazione sancta e de l'altre buone operazioni, ma con perseveranzia vadano aumentando la virtú, giogneranno a l'amore del figliuolo. E Io amarò loro d'amore filiale, però che con quello amore che so' amato Io, con quello vi rispondo: cioè che, amando me come fa el servo el signore, Io come signore ti rendo el debito tuo, secondo che tu hai meritato.

Parola Del Giorno

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