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non per Tifeo ma per nascente solfo, attesi avrebbe li suoi regi ancora, nati per me di Carlo e di Ridolfo, se mala segnoria, che sempre accora li popoli suggetti, non avesse mosso Palermo a gridar:

Fino al 1647 soltanto le dame della prima aristocrazia si servivano della carrozza. Gli uomini andavano a cavallo, ed i ministri regi del Sacro Consiglio, i Presidenti ed i giudici, in chinea bianca, preceduti da valletti e con gli algozini a fianco, che portavan alto le verghe della potest

Dentro e fuori si pecca, e delle frodi Dei regi e dei corrucci il popol porta Le pene, e dei delitti, e della rea Lussuria di costoro.

Di voi pastor s'accorse il Vangelista, quando colei che siede sopra l'acque puttaneggiar coi regi a lui fu vista; quella che con le sette teste nacque, e da le diece corna ebbe argomento, fin che virtute al suo marito piacque. Fatto v'avete Dio d'oro e d'argento; e che altro e` da voi a l'idolatre, se non ch'elli uno, e voi ne orate cento?

Il Foscolo penetra dentro al cervello del solenne e dissimulato politico, e mette in luce le vere ragioni che lo condussero a quel passo. Di voi pastor s'accorse il Vangelista, Quando colei, che siede sovra l'acque, Puttaneggiar co' regi un fu vista. DANTE, Inferno, C. XIX; e Apocalisse, Cap. 17.

Serenissimo autem domino regi Poloniae mittantur dono per eundem oratorem brachia XVI campi auri pulcherimi, ducat. circa X pro quolibet brachio, sicut melius fieri per deputandos ab collegio videbitur.

Chiamato fui di la` Ugo Ciappetta; di me son nati i Filippi e i Luigi per cui novellamente e` Francia retta. Figliuol fu' io d'un beccaio di Parigi: quando li regi antichi venner meno tutti, fuor ch'un renduto in panni bigi, trova'mi stretto ne le mani il freno del governo del regno, e tanta possa di nuovo acquisto, e si` d'amici pieno,

e se al "surse" drizzi li occhi chiari, vedrai aver solamente respetto ai regi, che son molti, e buon son rari. Con questa distinzion prendi 'l mio detto; e cosi` puote star con quel che credi del primo padre e del nostro Diletto.

Costei di Regi in glorïosa sorte Gi

I Siciliani maledissero e sopportarono infino a primavera del milledugentottantadue. gli appresti di guerra in Ispagna si vedean forniti; in Sicilia, se alcun era che li sapesse, potea aver luogo a prossime speranze. Stavan sul collo al popolo gli smisurati armamenti di re Carlo contro Costantinopoli: l'isola imbrigliavano da quarantadue castelli regi, posti o in luoghi foltissimi, o nelle citt