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Aggiornato: 11 giugno 2025


Io mi sentii tirare le falde dell'abito, ed afferrare il parasole e la sacca, poi spingere innanzi, e poi strappare indietro, e risospingere. Intorno si urlava come tanti insatanassati: temevo le forche e i rasoi. E gi

Gli altri ufficiali, in quel frattempo, facevano colezione in una stanza a terreno aperta sul cortile, tutti seduti in cerchio sul pavimento, coi piatti nel mezzo. Capii benissimo, vedendoli mangiare, come i mori possano far di meno del coltello e della forchetta. Non si può dire il garbo, la destrezza, la precisione con cui facevano in pezzi i polli, il montone allo spiedo, la caccia, i pesci, ogni cosa. Con pochi movimenti rapidissimi delle mani, senza scomporsi menomamente, ognuno spiccava giusta e netta la sua porzione. Pareva che avessero delle unghie taglienti come rasoi. Immergevano le dita nelle salse, facevano delle palle di cuscussù, mangiavano l'insalata a manate, e non un briciolo, non una goccia cadeva fuor del piatto; e vedemmo infatti quando s'alzarono che avevano i caffettani bianchi immaculati come prima. Di tratto in tratto un servo portava in giro una catinella e un asciugamano; si davano una lavatina e poi tutti insieme rituffavano lo zampino in un altro piatto. Nessuno parlava, nessuno alzava gli occhi, nessuno mostrava d'accorgersi che noi fossimo l

Il polverone è un eccitante lirico. I rasoi del vento gelato mi fanno la barba. La mia blindata canta i record mondiali dei motori + il lavoro di mille operai + ingegneri e ufficiali improvvisatori geniali + Perrone Ansaldo e Fiat in lotta + la gloria di Nazzaro velocit

Ricopersi d’un vel ciascuno specchio per non tremar davanti al mio pallore. Ch’io non ricordi!... Che il passato in torbide acque sprofondi come bestia morta scagliata a fiume lungi dalla porta di casa, a che il suo lezzo non ammorbi!... Ch’io non ti porti più così ferita pel mondo, camminando su rasoi taglienti, anima ignuda, che non vuoi morire, e tanto sprezzo hai per la vita!...

Non era senza perchè la mia pretensione: volevo scrutare lo spirito politico delle classi inferiori, e tutti sanno che quando s'è parlato con un barbiere si può contare d'aver parlato con mezzo mondo. Il barbiere venne. Era un barbiere dello stampo dei nostri: un vecchietto azzimato, pulito, gaio, con le mani fredde e i rasoi cattivi.

Io Giacomo Nores fui presente alla consignation come sopra. Io Ismail zulfatino, testimonio della detta ricevuta. Io Codis armeno, testimonio come sopra. L'inventario descrive partitamente vari oggetti di vestiario, bacili, rasoi, spille, ventagli, pugnali, coltelli, forbici ed altri ferri, carta, luci di cristallo con e senza foglia, e nove quadri ad olio così indicati: Un presepio. Una Madonna.

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