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Aggiornato: 6 giugno 2025
Vicino a lui camminava un incendiario di Roma. Questo gli mostrava la sua compassione, gli rivolgeva dolci domande, cercava di confortarlo; gli parlò del cielo, di Dio, del suo amore infinito, lo esortò alla rassegnazione. Egli gli sputò in faccia, cercò di colpirlo col gomito, coi pugni chiusi, colle catene pesanti, lo ingiuriò, gli diede del vile.
Ora tutte queste cose così naturali e così semplici, anzi così abituali, erano abituali semplici e naturali perchè c'era quell'uomo che vi pensava: quell'uomo che si alzava al mattino col lume, che la sera andava via col boccone in bocca, che poco fa ansimava per aver dato a lui Giacomino, due piccoli pugni, che avea detto «vergogna!» e avea la barba quasi bianca.
Mastro Pasquale posò i pugni sul desco. Santo diavolo.... sì.... anche lui n'aveva piene le tasche finalmente!... Gli piaceva quel discorso.... alla cosa ci aveva pensato su anche lui. Sì, una decisione l'avrebbe presa.... Se il cugino diceva davvero, egli era pronto. E riprendeva il tema favorito dell'ingiustizia, dell'ineguaglianza delle classi.
Tutti si slanciano su lui, lo afferrano alla vita, lo rovesciano a terra, quasi soffocato. Mi precipito per soccorrerlo, mentre piovono sul suo capo calvo pugni violentissimi, accaniti, esasperati dalla paura. Basta! basta! non massacratelo!
Le sue braccia inerti mi trattenevano ancora, ma pure incominciavo ad aver la terribile idea che morisse e mi sforzavo di gridare, di gridare sempre, non avevo più lena, non avevo più voce contro la stupida violenza del treno, cacciavo come un frenetico i pugni per arrestarlo.
Non lo fa soltanto per vendicarsi degli altri!... Non lo fa contro gli altri! È per me! È per me! Il signor Galli trasalì: alzò i pugni chiusi con un atto terribile di minaccia. Nora ebbe un nuovo scoppio di lacrime: ma questa volta non erano più le lacrime, non era il dolore della bambina. Era la disperazione della donna.
Era poi venuto il giorno della ginnastica svedese: e di tanto in tanto si vedeva il commendator Maurizio tirar pugni all'aria, lanciar calci, sbuffare, piegarsi innanzi e indietro; e la signora Carlotta allargar le braccia, buttarle avanti, alzarle al cielo, contando: «uno, due; uno, due»! E nelle ore di quiete, si rallegravano. Io, gi
Oh, bella! anche il direttore aveva fatto la voce terribile e aveva detto a Giacomino «vergogna!» eppure quella stessa parola «vergogna!» detta dal babbo gli faceva un altro effetto: gli faceva un'impressione più dolorosa che i pugni che aveva presi.
Egli stette otto giorni in cella, in camicia, senza coperta e senza pagliericcio d'inverno, a costo di crepare di freddo e di starnuti. Ma poi ha dovuto finire per lasciarsi vestire come gli altri. Mandeville, il quale ha voluto imitarlo, è uscito sconquassato dai pugni ed è morto.
Egli si slanciò come una tigre verso la fessura, ma le forze gli vennero meno e cadde a terra sfinito, coi pugni minacciosamente chiusi e la schiuma alle labbra. Proprio in quell'istante la sorella di Notis arrivava alle ruine d'El-Garch. CAPITOLO IX. Elenka.
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