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Ritorno del figliuol prodigo? Vieni, vieni dentro... Si avviò, seguitando: Benissimo. T'invito a pranzo. Uno che s'è fatto onore, signori miei. Medico condotto in Terra di Lavoro. Bene, benissimo. Come dite voi, suor Agata? On revient toujours... S'era arrestato presso un letto intorno al quale gi

La sua forza era la grande fede in stesso e nella minchioneria degli altri. Generoso, prodigo, anche nella disdetta, nelle angustie più terribili, ostentava una cert'aria olimpica di protezione; era il grande architetto, almeno uno dei grandi architetti, se non dell'universo, della patria.

Ma poveretto! eccolo poi dar nel mezzo ad un esercito di scrutinaparole, infinito, inevitabile e sempre all'erta e prodigo sempre d'anatemi.

Egli così ricco, così prodigo, non poteva averla quella donna!... quella donna, che tutte le notti dormiva col suo amante!... Fosse stata casta, onesta, gli sarebbe stata forse indifferente; ma ciò che lo invogliava, che lo accendeva di più, era il vizio che si rifiutava al suo vizio.

Egli sarebbe riuscito, senza alcun dubbio, prodigo e dissoluto. Il conte Guglielmo O'Stiary discendeva da una famiglia irlandese molto cattolica, stabilitasi a Milano nel secolo decimosesto.

Solo la pianta prete appesta quelle magnifiche contrade ed inaridisce quanto di bello vi prodigò natura. L

Nancy comperò un diario un piccolo libro celeste e oro e scrisse sulla prima pagina la data e un nome. Il nome di un fiore il nome della Regina. Tornarono a Milano come in un sogno. Una folla di amici le aspettava alla stazione, e, primo fra loro, lo zio Giacomo, raggiante, con al fianco il Figliol prodigo, Nino, che da otto anni non si era fatto vivo a Milano.

Ed ora (proseguiva il valoroso Fiorentino, prodigo di lodi come un segretario e di frasi come un accademico) ora piangiamo estinto Nicolao de Lira l'autore della Postilla Perpetua sopra tutta la Bibbia, e del Commento, opera di tanta lena, che a stento crederanno i posteri le abbia potute un uomo terminare. A questo augusto concilio di dotti, non altrimenti che a Bologna, ricorrono prelati e citt

Un giorno Zacchiele, nel leggere la parabola del Figliuol Prodigo, sentendosi d’improvviso qualche cosa di mobile tra i piedi, per un involontario moto di ribrezzo diede co’ i piedi un urto; e la testuggine urtata andò a battere contro la parete e rimase capovolta.

Sul re captivo ella teneva fise Le sue pupille. Ella l'amò e l'uccise. Dei prigionieri poi fissò la sorte; Prescrisse strane leggi; ogni coorte Vide sfilare in una polve d'oro. I serti vinti chiuse nel tesoro E prodigò le gemme. Poi le sale E i cortili s'aprirò a colossale Festa. Nel colmo del gioir furente, Ella scomparve.