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Aggiornato: 8 luglio 2025


Motivò in risposta il conte Prina, un nuovo articolo da lui redatto in questi termini: «È incaricata la deputazione di far conoscere alle AA. PP. il dritto eventuale acquistato dal principe Viceré alla corona d'Italia in forza del primo e del quarto statuto costituzionale, diritto reso piú sacro dall'amministrazione, dalla gratitudine, dai voti e dal desiderio della nazione». Con molte ragioni dimostrò il conte Guicciardi, che non era lecito di porsi in campo il dritto eventuale, finché non fosse escluso il positivo, ed accennò l'inconvenienza di ricercare alle potenze alleate, e specialmente all'Austria, il principe Eugenio in sovrano.

Al momento della convocazione, alla quale non erano intervenuti li conti Paradisi e Prina, si erano confusi intorno al palazzo, con gli altri astanti cavalieri, diversi uomini di truce aspetto, che poi si seppe essere sicari stipendiati, e molti altri del popolo chiamati dalla curiosit

L'Invernizzi e il Del Vecchio vennero rinchiusi in un camerotto per ordine del viceispettore Prina. Zavattari e Seneci vennero rilasciati dopo le solite formalit

Le vie per le quali il Prina fu strascinato erano gremite d'uomini in buon assetto, che si riparavano dalla pioggia con ombrelli di seta. Ma niuno di costoro fecesi innanzi a fine di ammansar con parole il furor popolare, a fine di strappargli di mano a forza la vittima.

¹ Così, per quanto tocca la condotta del conte Confalonieri nel giorno 20 aprile, io credo giustizia non imputare a lui l'uccisione del ministro Prina. Ma solo coll'attribuirgli un'eccessiva condescendenza potrebbesi assolverlo del pari da ogni partecipazione alla sommossa ch'ebbe per iscopo ed obbietto l'abolizione del Senato.

Assistevano alla scomposizione del giornale Chiesi, Federici, Cermenati e Seneci. Prima di risalire negli uffici il Prina diede ordine di non permettere l'uscita ad alcuno.

E qui non è fuori di proposito rammentare ciò che fu in seguito costantemente detto; cioè che il popolo, partendo dal palazzo del Senato, si rivolgeva verso Porta Nuova, dov'era la casa del Gran Cancelliere Melzi, e che il conte F. Confalonieri, ciò vedendo e ritrovandosi nella folla, gridasse meglio essere dirigersi verso San Fedele, ché ivi era la casa del ministro Prina.

Enrichetta Blondel, moglie del Manzoni, morì cinque anni dopo la pubblicazione dei Promessi Sposi nel 1833, e il Manzoni ne rimase per lungo tempo inconsolabile. Veggasi pure quanto scrive in proposito il professor Prina nel suo diligente Studio biografico sopra il Manzoni.

Senici, in pantofole, domandò il permesso di mettersi le scarpe. Faccia. De Andreis: Vengo anch'io. Prina: Scusi, onorevole, ma io non ho ordini che riguardino lei. De Andreis: Io voglio andare dove vanno i miei amici. Prina: Se crede, s'accomodi. Cermenati: Se non siamo in arresto, noi non vogliamo essere accompagnati dagli agenti di P. S. Il delegato Gislon li fece allontanare.

Ministero delle finanze: PRINA, predetto, Ministro CUSTODI Pietro, segretario generale SOLDINI Andrea, PETRACCHI Angelo, AMANTE Giovanni, REINA Giuseppe, MARCHINI Bartolomeo, capi di divisione.

Parola Del Giorno

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