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Aggiornato: 31 maggio 2025


La sera del 2 giugno 1796 deve essere stata assai tragica per i senatori veneziani convenuti al casino del procuratore Pesaro, alla Canonica , per deliberare intorno a gravi oggetti concernenti la Repubblica. Il provveditore generale in Terra Ferma, Nicolò Foscarini, aveva avuto il avanti, sotto Peschiera, un colloquio burrascoso con il generale Buonaparte, gli era riuscito a rabbonirlo che a prezzo di dolorose abdicazioni per la dignit

«Trattavasi ora di persuadere gli operaî cosa del resto che, pel prezzo elevato, non riusciva facile a far acquisto di queste azioni; però a raggiungere l'intento non si vide mezzo migliore che associare gli operai stessi ai beneficî delle miniere.

Beato chi il cavallo ha corridore, ch'in prezzo non è quivi ambio trotto; e chi non ha destrier, quivi s'avede, quanto il mestier de l'arme è tristo a piede.

Bene v'ha dato dunque regola d'amore, mostrandovi maggiore amore che mostrare vi potesse, dando la vita per voi, che eravate facti nemici a lui e a me, sommo ed etterno Padre. Questo non cognosce lo ignorante uomo, che tanto m'offende e tiene a vile facto prezzo.

È tempo, diceva, proseguendo in mezzo al silenzio degli altri un lungo discorso, è tempo ormai che vi laviate da questa macchia, o Romani. L'Italia segue con occhio intento i suoi figli, che mossero per liberarvi a prezzo del loro sangue. E guarda voi pure, e dice, , fratelli, ve lo dice colla mia bocca: E Roma, che fa, che non risponde all'appello? Sarebbe vero ch'essa ami le sue catene? Sar

Esaltati da questa logica, re Comodo V ed il principe di Celle videro nella nomina del duca di Balbek all'ambasciata di Parigi, non solo il prezzo di un servizio reso, ma un atto di eccellente politica.

Potranno bensí essere accresciuti di numero, ma o peggiori di leghe o piú leggieri di bontá, restando poi ad essi molte volte fermi i valori di quelli di prima, come per l'esempio dall'autore descritto nel capitolo XLII, cioè, guastando una moneta che prima vaglia soldi dieci, e rifacendola con men fino in essa, per causa delle fatture e dell'alterazione del prezzo dell'argento, parimenti si spenda per altri dieci soldi.

Perché, se, per esempio, vengono tele d'Ollanda di lino ed altre oltramontane, se ferramenta di Brescia, se drapperie di Venezia o di Francia, se panni d'Inghilterra o d'Ollanda, se ogli di Toscana o di Puglia, se droghe di Livorno o Venezia, anzi se bisogna loro frumenti degli altri Stati, come alle volte accade, i mercanti, che le fanno venire e che per prezzo di tali merci rimettono monete di giusto peso, tanto piú le rivendono in Bologna; onde il danno ritorna addosso a chi ha da servirsi.

Ma e che altro fa un principe od un governo di qualsivoglia Stato, quando alle monete forestiere, ancorché d'oro o d'argento di buona lega, permette il corso a prezzo maggiore di quello che giustamente converrebbesi, se si proporzionasse l'intrinseca sua bontá e peso alle altre del paese? che altro fa, dico, che barattar le sue buone a quelle di que' principi forestieri, che sono meno buone?

Imperciocché, se, per esempio, un principe, che ha suoi scudi d'oro, che solevano valere 15 lire l'uno, e con una marca di tali scudi si comprano 14 marche e 1/2 d'argento in scudi da 8 lire l'uno; se, dico, lascia crescere il valore dello scudo d'oro alle 18 lire e stabilisce che anche gli scudi d'argento si spendano a 9.12, torna la stessa proporzione di prima, perché, anche a questo prezzo, per una marca d'oro averò 14 marche e mezza d'argento.

Parola Del Giorno

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