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Aggiornato: 25 maggio 2025
Gli eruditi scoprirono «l’uguale meccanica scritta nella romana Istoria e praticata dai consoli e pretori romani»; come un quissimile degli antichi littori precedenti i consoli vedevano nei contestabili che nelle pubbliche funzioni recavano il bastone sormontato dall’aquila. Tutti ne sapevano qualche cosa; ma sopra tutti D. Pietro Teixejra, storiografo del Senato¹⁰⁵.
Come abbiam detto, pubbliche erano le riunioni, con largo intervento di signori nelle sale pretorie. Pel passato quelle sale echeggiavano di lodi a pretori ed a senatori: e molte ne furono dispensate a Regalmici ed ai Trabia. Niente di nuovo perciò che si rendessero ringraziamenti al Senato, emanazione della Nobilt
Nelle grandi feste con solenni ricevimenti, Vicerè, Pretori e signori di alta levatura avrebbero creduto di venir meno alle regole elementari di cortesia non ordinando sale con tavole per giuoco: e «fare il tavolino» era, ed è tuttavia, la espressione propria di questa maniera di passare il tempo e di mettere in moto la borsa.
Questo Pretore (giacchè il Talamanca-La Grua fu uno dei più rinomati Pretori di Palermo), agitato dal desiderio incessante di nobilitare la citt
V’hanno arazzi di squisita fattura e suppellettili di non ordinaria bellezza, e tutto un corredo di argenteria, che attesta munificenza di Pretori e dignit
Ma la è una ribellione universale! La follia s'è impadronita dunque di Roma? Sta bene! Due donne consolari! E due mogli di pretori.... dei primi magistrati della citt
Bentosto annessa a Venezia, Ravenna fu governata da pretori della potente Repubblica. Uno di questi ultimi, Bernardo Bembo, padre del celebre cardinale, riprese il progetto di Guido da Polenta e fece innalzare al poeta, nel 1482, un bel mausoleo. E' quello che ci viene mostrato oggi, ma trasformato dai legati del papa nel XVII e XVIII secolo.
Il popolo eleggeva i magistrati: due consoli annui, poco men che principi in cittá e all'esercito; pretori, loro aiuti dentro e fuori; e poi edili, tribuni ed altri uffiziali minori.
Nell’ultimo periodo del settecento era banditore del Comune D. Girolamo De Franchis, l’ultimo di una generazione di banditori, il più popolare ma anche il più antipatico tra tutti gli ufficiali pretorî. In lui si vedeva il nunzio di tutte le disposizioni del Senato e della Deputazione di nuove gabelle, disposizioni che non potevano non riuscire ostiche al pubblico. Il Governo, sempre odioso pel popolo, veniva confuso col Comune, e l’odio per entrambi s’impersonava nel banditore, come quello che portava divieti, imponeva gravezze, limitava libert
Si fluttuava in questa incertezza; allorquando i conti pretori del Senato intimarono nel giorno 16, con la solita lettera, l'ordinaria seduta del giorno 20: ed allorché con lettera pressante diretta successivamente ai senatori poche ore innanzi la mezzanotte del giorno stesso, li chiamarono ad altra convocazione straordinaria per il dí successivo.
Parola Del Giorno
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