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Aggiornato: 7 giugno 2025
Carlo d'Angiò, con quest'indole niente poetica, fece pure qualche verso, perchè n'avea sempre agli orecchi nella corte di Provenza. Il sig. C. Fauriel, ne' cenni biografici intorno a Sordello, Bibliothèque des Chartes, tom. IV, nov. et déc. 1842, ha dato una traduzione della risposta ritmica di Carlo ad alcuni versi di Sordello che il tacciavano d'ingratitudine. Sordello vivea alla corte del conte di Provenza; l'avea seguito all'impresa contro Manfredi; ma ammalatosi in Novara di Piemonte, vi restò lungo tempo dimenticato, in preda alla malattia e alla povert
No, non sono un angelo e qui Lucia, a sua volta, cogli occhi umidi, lucenti, accesa nel volto, tremante, pareva in preda anche lei all'orgasmo, in uno stato, pareva, di eccitamento nervoso. No, non sono un angelo. Sono una povera donna che sente, che sente troppo, forse.
Ma io era in preda ad impressioni che moveano da cause ben diverse. Il timore che i miei sudditi volessero esigere sull'istante il compimento di tutte le formalit
Ella preferiva il vecchio, che la prendeva sulle ginocchia e dandole un bacio diceva con un sorriso buono: Portalo alla mamma. Ma quella volta che tornando a casa trovò la mamma con un occhio pesto, sul letto, in preda a violente convulsioni, era stato il primo grande dolore della sua vita.
Non parlammo più, per lungo tempo. A quando a quando io m'alzavo e andavo alla finestra per guardare la neve. Giravo per la camera, in preda a un'ansiet
Erano l'Africa selvaggia, nuda e nera nel sole, che sitibonda di sangue uccide quando perde, uccide quando trionfa, perchè la morte è il suo solo pensiero e la sua unica sensazione. Il suo ruggito, circondandovi, era come quello de' suoi leoni, quando sentendosi sicuri della preda drizzano la bruna criniera coll'occhio metallico scintillante al raggio del sole. Bisognava morire!
Soccorso, soccorso! urlavano i marinai, i quali scoraggiti, stanchi dalle violenti ma inutili fatiche, disperati, miravan torvi il mare e stavan per salvarsi a nuoto lasciando abbandonato il naviglio e preda di sventura gli infelici viaggiatori!
La madre e la fidanzata restano sulla scena, in preda a contorcimenti strazianti. S'ode uno sparo. Ah! grida la madre Arturo s'è ucciso! E cade in ginocchio. Martino si presenta sulla porta e grida con gioia: Salmatevi.... egli è calvo!
Dei secondi facevo parte io; prima e dopo gli amori con Laura Uglio, non avevo mai esitato a impossessarmi della moglie d'un conoscente, appoggiato dalla convinzione che uno scapolo è uno scorribanda, afferra la donna a carriera, la ruba, la trattiene, e la rilascia, pronto a sostener le conseguenze del suo furto o a difender la sua preda.
L'idea fatalistica s'impadroniva di lui: riandando le crisi terribili della guerra scellerata, che aveva dato alle consuetudini sociali, egli aveva bisogno di quel fatalismo per ispiegare in faccia alla conscienza morale la sua condotta; egli era di quelli nati per trionfare, per soggiogare, per abbattere, come gli animali da preda, felis homo, e aveva egregiamente rappresentato la sua parte tirannica nella comedia della vita. "Sono onesto io?" si domandò egli improvvisamente, turbato da un dubbio inconcreto e affatto teorico. Egli poteva farsi sinceramente questa domanda, perché il male l'aveva fatto dopo essersi convinto che il Male non esisteva. "Che cos'è infine l'onest
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