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Che gente! Così durò il pranzo, suonando ciascuno a distesa il grande inno della malizia sporca ed untuosa, finchè dopo tre ore tutti ci levammo e il grosso prevosto russante si tirò dietro incollata alla madida sottana la scranna coperta di tela incerata.

E siccome altrove sono sorti giardini d'acclimatazione per la flora alpina, ci sospingeva ad aiutare quei volonterosi che anche da noi si sono posti per quella via e ad un pranzo che in suo onore diede la Sezione di Torino al Monte dei Cappuccini, ricordando quanto l'amico suo abate Chanoux faceva per l'impianto d'uno di questi giardini al Piccolo S. Bernardo c'invitava a concorrere coll'obolo nostro in aiuto di quell'uomo benemerito.

Tuttavia, il pranzo si trascinò così malamente, che respirai di sollievo, quando la tavola fu sparecchiata; i giornali costituivano per noi in quell'ora e nei giorni d'impaccio, una salvezza molto apprezzata da ambedue.... Stavo per ricorrervi, quando Lidia mi domandò con voce un po' tremante: Sei andato ai Giardini, oggi?

Poco dopo ecco Bitto che ritorna a casa contento, abbaiando e saltandomi addosso come se volesse rendermi conto de' fatti suoi. Da quel giorno prese il suo partito, andando regolarmente a pranzo in casa Bruni, colla scrupolosa esattezza che metteva mio zio canonico per andare a vespero.

Io mi ero prefisso di secondare in ogni cosa i miei ospiti. Cionullameno, verso la fine del pranzo, le incredibili enormit

Invece appena era sicura che don Pio era fuori di casa e che Giorgio, il fido cameriere, era a pranzo o non poteva andare nelle stanze del marito, ella vi penetrava furtivamente, rovistava fra le carte, nelle tasche degli abiti, cercava, cercava quella prova della colpabilit

Frattanto erano giunti due altri invitati a pranzo che passeggiavano sulla spianata davanti la casa. Quando la comitiva si avanzò, Silvio fece le presentazioni.

Sergio raccolse tutta la copia di Regina, la piegò e la mise sulla colonnina a fianco al suo letto. La sera, e' si lamentò di un gran mal di capo. Regina pranzò sola, ed alle dieci, Sergio la rinviò nella camera di lei. Durante tutta la sera non le aveva volto dieci parole. Rientrata in camera, Regina pregò e si coricò.

Passavano e guardavano. Quelle tavolacce di quercia parevano fatte apposta per spalancarsi ad un'insidia: da quegli arconcelli i tizzoni che erano sui focolari con maledetta furia potevano essere sbatacchiati nella strada. Basta! il santo patrono tenesse buoni i gloria!" Così descrive un pranzo nel castello: "Come voleva la cortesia delle usanze, i messeri furono convitati.

Questo nostro Sindaco... o Gran Proposto... vuol durar poco nella sua carica!... Ho sentito certe campane... Parliamo a voce bassa... Voi sapete che io vado a pranzo da lui due volte la settimana... E non vorrei... Eh! non siamo più ai tempi della repubblica rossa! Ora si può parlare liberamente!...