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Aggiornato: 7 giugno 2025
Il suo cuore era diventato un garbuglio di sentimenti, di desideri, di paure, di sgomenti, in cui non sapeva raccapezzarsi. Una specie di ripugnanza fisica urtava collo spirito avventuroso del suo carattere. Temeva di essere avara o crudele con un poverino così disgraziato, ma non vedeva in qual modo avrebbe potuto essere pietosa.
Qualche volta gli veniva dietro il cagnuolo bruno, tristo come lui: qualche volta un suo fanciullo scempio, un poverino che cercava tutto il dì i ghiaiotti che gli piacessero e non li trovava mai. Néto taceva.
Il vicinato era accorso. Il signor Arturo era scomparso. Poverino, si prese in corpo sei leghe, e a queill'ora, per andare in cerca di suo padre. Allontanai tutti quanti. Gina, dopo un lungo sopore, aperse gli occhi e mi vide.
No no, venne a me! venne a me! Dottore. Prego... Donna Matilde. Non gli dia retta. Venne al povero Belassi. Belcredi. Ma che Belassi! Il conte Belassi, che morì, poverino, due o tre mesi dopo. Belcredi. Ma se non c'era Belassi, quando... Scusi, dottore, è proprio necessario stabilire a chi venne l'idea? Dottore. Eh sì, mi servirebbe...
Poi subito, come se, a ripensarci, non se ne possa dar pace, e non sappia crederci: Perdio, l'impudenza di presentarsi qua, a me, ora col suo ganzo accanto... E avevano l'aria di prestarsi per compassione, per non fare infuriare un poverino gi
Poverino! pensava ai suoi debiti, segnatamente a quello del tipografo, che presto gli aveva a cascare tra capo e collo, e almanaccava più di un ministro di finanze, quando cerca il pareggio tra la entrata e l'uscita.
Globi nerissimi di fumo uscivano dalle finestre e dal tetto, lingue di fuoco vibravano tra il fumo, alimentate dal vento che sembrava vi soffiasse su con maligna violenza. Al nostro arrivo, don Luca interrogava il ragazzo, s'interrompeva per chiamare i contadini che non rispondevano, tornava a interrogare quel poverino, guardiano di una mucca, e non riusciva a ottenere risposte concludenti.
Un enorme cucciolo la squadrava con occhi dilatati e rotondi, e allungando una zampa cercava di toccarla. "Poverino!" disse Alice con voce carezzevole, e per allettarlo si provò a dirgli "te', te'!" ma tremava a verghe temendo che fosse affamato, nel qual caso l'avrebbe probabilmente divorata a dispetto di tutte le sue carezze.
Poverino!» E questa lettera porta la data del 1º gennaio, cioè della vigilia della rivoluzione! Quando si pensa alla importanza assegnata dal processo al Cipriani non si può fare a meno di sorridere pensando all'accordo singolarissimo, che esisteva tra questi non meno singolari cospiratori!
Ma sai perchè?... Perchè non avevo più quattrini. Il corno, poverino, non ce n’ha mica colpa! Niente affatto! Se avessi continuato, se avessi potuto continuare, perbacco, (animandosi, si alza) stai pur tranquilla, Margherita, che le cose sarebbero andate altrimenti! (Fremendo di volutt
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