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Aggiornato: 28 giugno 2025
Folco si chiuse nel suo studio; era annientato dalla rivelazione. Riudì all'orecchio il ritornello d'Ariberto: «La donna vuole un padrone: un pa-dro-ne!» Gioconda l'aveva trovato: egli, Folco, non era capace di far da padrone; egli era un pover'uomo, un letteratoide, un ambizioso andato a male. Rise beffardamente. Chi sa? disse ad alta voce. Chi sa ch'io non sia capace di far da padrone?
Tua madre; per poco io non prendeva a schiaffi quell'innocente pellicciaio disgraziato.... Che vergogna! esclama Gioconda. Perchè mentire così? Lo domando anch'io: perchè mentire così? ripete Folco ridendo. Si credeva forse che io ti avrei sposata per gelosia di quel pover'uomo?
Non osava parlare: guardava timidamente il suo vecchio compagno, e non gli reggeva l'anima di mettersi a mangiare. Finalmente il male si fece così violento che il pover'uomo si buttò attraverso il letto, gemendo: Ah, non ne posso più. Chiama qualcuno. Carlo uscì tutto tremante ed andò a bussare all'uscio della stanza vicina.
E il pover'uomo, nell'uscire dal palazzo, sospirò come Nora aveva sospirato il giorno innanzi, vedendo il magnifico portiere... La livrea gallonata non gli destò nessun impeto di rivolta: pensò invece a quella povera signora, abituata come una regina...., e adesso tanto disgraziata.... E sospirò ancora, anche più tardi ripensando a lei, mentre lavorava solo, alla banca.
Questo pover'uomo rimuove le mie viscere di piet
Egli ci ha detto: «Mafarka il futurista, romanzo. Signori del Tribunale, state in guardia. Io sono un pover'uomo, ma io voglio leggervelo e riassumervelo.
Io mi sono sbagliato! Io sono stato un asino a fidarmi! Ad accettare la firma del Direttore! continuava il Brunetti gridando. Se io non facevo presto a pagare, avevo la cambiale protestata; ero compromesso, rovinato!... Sono cattive azioni!... È una vergogna! Ma questa volta o mi paga, o mi vendico! e il pover'uomo, s'infuriava anche di più perchè lo lasciavano dire senza troppo inquietarsi.
Egli parla attraverso il nostro cuore. Come in un fonografo... Eh via, è una commedia! aggiunse con asprezza quel pover'uomo oltraggiato. Ho diritto anch'io a qualche rispetto. Flora sentì alla sua volta il colpo degli oltraggi ch'egli le gettava in viso e si lasciò cadere sulla sedia.
Che cosa c'è? Che cos'è successo? chiese il pover'uomo che non capiva. Zitto! disse la contessa. Non facciamoci sentire dalla gente di servizio. La gente di servizio, fra parentesi, si riduceva a una fantesca un po' sorda. Ma la contessa Zanze amava le amplificazioni. Insomma? ripigliò il conte abbassando la voce.
Guai se la buona Serafina non pensasse a mettere in disparte tutti i mesi qualche soldo degli stipendi del suo Taddeo, il pover'uomo, a lasciarlo fare, ingolfato a leggere e a graffiare que' suoi libracci mezzo greci e mezzo turchi, si lascerebbe marcire la camicia indosso. Essa ha trovato apposta per lui il nome tondo di Taddeo, perchè le pare d'indicar meglio e di riassumere meglio con questo nome la bont
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