Vietnam or Thailand ? Vote for the TOP Country of the Week !

Aggiornato: 21 luglio 2025


Polsi pieni di battiti, più lene segnate, in grazia, il ritmo del tormento! S’io mi conficco l’unghie dentro il palmo, mi placo.... Come, l

Riparazione!? Da chi riparazione? da chi s'inginocchia ogni giorno, ogni ora, a piedi del sacerdozio della menzogna? Intanto uno degli agenti di cotesto sacerdozio camminava a capo basso attanagliato nei polsi da Orazio e da Attilio mentre Muzio apriva la via, non facile ad aprirsi, in mezzo a quella moltitudine.

Non era per me facile cosa riconoscere una donna veduta una sol volta su la scena, e pressochè nuda, in un’altra che invece portava un abito leggiadro e ben modellato, con le maniche fino ai polsi, la camicetta fino al mento, e raccoglieva le sue belle trecce sotto un fino groviglio di leggere piume. Potevo benissimo ingannarmi, od anche mettere nel mio raffronto un poco di fantasia.

E 'l tronco: <<Si` col dolce dir m'adeschi, ch'i' non posso tacere; e voi non gravi perch'io un poco a ragionar m'inveschi. Io son colui che tenni ambo le chiavi del cor di Federigo, e che le volsi, serrando e diserrando, si` soavi, che dal secreto suo quasi ogn'uom tolsi: fede portai al glorioso offizio, tanto ch'i' ne perde' li sonni e polsi.

Ma lo sentivo a poco a poco salire, invadermi, abbracciarmi, ubbriacarmi... era in me, ne’ miei sensi, nel colore de’ miei vivi capelli, entrava, m’irradiava tutto l’essere, mi empiva di estate l’anima... E poichè i miei polsi erano congiunti, sentii che una mano li strinse, li piegò, mi curvò, smemorata, nella fiamma del raggio di sole...

Lui guardava orgogliosamente i propri polsi poderosi e schiattava dal ridere, dicendo: Se la stringo troppo, vedete che la spezzo. Questi brutali complimenti li rendeva sempre più innamorati.

Io son colui che tenni ambo le chiavi del cor di Federigo, e che le volsi, serrando e diserrando, soavi, che dal secreto suo quasi ogn’ uom tolsi; fede portai al glorïoso offizio, tanto ch’i’ ne perde’ li sonni e ’ polsi. La meretrice che mai da l’ospizio di Cesare non torse li occhi putti, morte comune e de le corti vizio,

Giana si avvicina alla cognata, le tocca una spalla, poi la prende ai polsi per scoprirle la faccia. Giana. Piangi? Nell’ombra, le palpa con le dita la gota per sentire se le lacrime vi scorrano. Mortella.

Le violenti commozioni di quella notte le avevano causata una febbre ardente; il sangue infiammato le correva rapido al cuore, e dal cuore al cervello, i suoi polsi battevano a rompersi e la di lei fronte era madida di sudore.

Diseredato di qualunque affetto, superstite ai cari figli, che io disegnava uccidergli con varia morte, orfano del cuore come aveva fatto me... quando la vita gli fosse riuscita di supplizio, la morte sollievo, conservarlo finchè i suoi polsi avessero sentito spasimo di agonìa; quando poi l'anima stupidendosi si fosse adattata alla sventura... allora precipitarla per via di sangue nel sepolcro sanguinoso dei suoi.

Parola Del Giorno

garzone

Altri Alla Ricerca