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Aggiornato: 4 novembre 2025


Non so se i vostri s'illudano, ma voi di certo non v'illudete. L'Italia, checchè avvenga, non può farsi Piemonte. Il centro dell'organismo nazionale non può trasferirsi all'estremit

Talamone, S. Stefano, non sono sulla via di Sicilia, ma vi sono fortezze, presidii, e quindi depositi di munizioni da guerra, e le prore del Piemonte e Lombardo si dirigevano verso Talamone.

Bello è che sorga un monumento in suo onore nella Capitale del Piemonte, che fu ultimo rifugio alla sua vita errante e campo dei suoi ultimi trionfi. Non meno di quello che sorger

E non è tra voi chi non sappia, che se Milano, non dirò vinceva, ma combatteva due giorni, la Lombardia tutta era in fiamme. E non è tra voi chi non senta che la Lombardia in fiamme, era il centro d'Italia in fiamme; era la Sicilia: era il regno posto fra due insurrezioni: era Genova, era il Piemonte in agitazione. Era il 1848. Direte che nel 1848 si cadde?

In altro dispaccio del 25 marzo l'Abercromby esponeva più diffusamente a lord Palmerston la condizione delle cose in Piemonte al tempo della decisione le intenzioni pacifiche del gabinetto Balbo-Pareto l'insurrezione lombarda l'immensa azione esercitata dal popolo che minacciava rivolta in Piemonte e assalto agli Austriaci a dispetto dell'autorit

Mentre le mura del palazzo di Avignone richiamavano nella mia memoria questo episodio sanguinoso della storia del reame di Napoli, il mio pensiero si fermava a considerare le condizioni attuali del regno stesso, le cui sorti incerte ed agitate traggono a l'attenzione di tutta quanta l'Europa. Pensavo al giovane re Francesco rinchiuso nelle mura di Gaeta, erede degli errori e delle colpe de' suoi padri, fuggiasco dalla sua capitale, abbandonato dal suo popolo, stretto d'assedio dalle truppe italiane nella sua ultima fortezza, minacciato dal re di Piemonte, che mira a precipitare dal trono il suo congiunto, inalberando l'antica bandiera di Cola di Rienzo, la bandiera dell'unit

Tu sai che io son nato in Piemonte, tu sai che laggiù ho amici; noi torneremo col

Quindi nel 1866 l'Italia monarchica fu vinta miseramente sugli stessi piani, che diciotto anni prima avevano veduto la sconfitta del Piemonte. La tradizione di Emanuele Filiberto era cessata per sempre nella casa di Savoia, ma l'astro aspettato vanitosamente da Carlo Alberto sul suo ultimo e fantastico scudo di re medioevale brillava sulle alture del Tirolo espugnate da Garibaldi.

Il Piemontese gli aveva detto due giorni avanti: Io dovrò assentarmi per qualche mese. Qui tutti hanno paura di metter fuori quattrini e avventurarli in un'impresa; e senza capitali, le industrie non vanno avanti: vado a cercarli lassù, in Piemonte. Tu baderai a fare e a far fare quel che si potr

Il re di Piemonte, il re di Napoli, il duca di Modena e la duchessa di Parma aveano sparso il sangue dei loro sudditi. L'Austria non imitò in questo il loro esempio. Ed ecco il perchè si può dire ch'essa non fu crudele. Ma è egli d'uopo spiegare il perchè non si può encomiarla per clemenza?

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inopportunamente

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