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Ma non volendo la madre sentirla a pianger così, col dire che avevano troppi guai senza pensare a quelli che potesser venire, la fanciulla riuscì a soffocar lo schianto del cuore; e si mise, come al solito, al suo telajo.

Mira, ch'a pianger teco oggi non vegno Per leggiera cagion con tante pene; Piango la vita tua, piango il tuo regno, Piango ogni mio conforto, ogni mio bene: Onde, se non da te, scampo, e sostegno? Onde refugio alcun sperar conviene? Ove ho da riparar? quale speranza In tanti mali a la mia vita avanza?

25 Così mandò per tutta la sua terra suoi tesorieri a far cavalli e gente; navi apparecchia e munizion da guerra, vettovaglia e danar maturamente. Venne intanto Rinaldo in Inghilterra, e 'l re nel suo partir cortesemente insino a Beroicche accompagnollo; e visto pianger fu quando lasciollo.

RUFFO negromante, FULVIA. RUFFO. Che c'è, madonna? FULVIA. Le lacrime mie, assai piú che le parole, mostrar ti possono la passion ch'io sento. RUFFO. Parla: che cosa è questa? Fulvia, non pianger. Madonna, che hai? FULVIA. Io non so, Ruffo, se o della ignoranzia mia o de l'inganno vostro doler mi devo. RUFFO. Ah madonna! Che è quel che tu di'?

Poi ch'io potei di me fare a mio senno, trassimi sovra quella creatura le cui parole pria notar mi fenno, dicendo: <<Spirto in cui pianger matura quel sanza 'l quale a Dio tornar non possi, sosta un poco per me tua maggior cura. Chi fosti e perche' volti avete i dossi al su`, mi di`, e se vuo' ch'io t'impetri cosa di la` ond' io vivendo mossi>>.

LARDONE. Come può consolarsi chi non ha niuna speranza di consòli? LIMOFORO. È troppo gran miseria viver senza speranza di consòlo. LARDONE. Però son discontento e ne disgrazio tutti i consòli. LIMOFORO. Non pianger dunque. LARDONE. Piango per sfogar la mia disgrazia e per morire. LIMOFORO. Meglio è che ti consoli da te stesso che esser consolato da altri: abbi pazienza.

<<La faccia tua, ch'io lagrimai gia` morta, mi da` di pianger mo non minor doglia>>, rispuos'io lui, <<veggendola si` torta. Pero` mi di`, per Dio, che si` vi sfoglia; non mi far dir mentr'io mi maraviglio, che' mal puo` dir chi e` pien d'altra voglia>>. Ed elli a me: <<De l'etterno consiglio cade vertu` ne l'acqua e ne la pianta rimasa dietro ond'io si` m'assottiglio.

..... no... fate come volete. (Servo via Laura torna a sedere accanto al fuoco). Berta e Laurina avrebbero dovuto scrivermi almeno... povere bambine! Come pianger

Non prendan li mortali il voto a ciancia; siate fedeli, e a ciò far non bieci, come Ieptè a la sua prima mancia; cui più si convenia dicer ‘Mal feci’, che, servando, far peggio; e così stolto ritrovar puoi il gran duca de’ Greci, onde pianse Efigènia il suo bel volto, e pianger di i folli e i savi ch’udir parlar di così fatto cólto.