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Aggiornato: 30 giugno 2025


Ha buono il core e lo spirito arguto E i detti or folleggianti ed ora alteri, Variano i suoi pensier sempre sinceri, Ama la canzonetta ed il liuto, Ama il chiarore della luna mesta E il falso luccicare della scena, Si sente triste in mezzo ad una festa, Senza ragion l'alma ha di gioia piena. Vuole la calma e brama la tempesta, Bionda con l'occhio ner, cupa e serena.

Così diceva, ed il pensier, che chiude Nel petto eterno, a Gabriel fa chiaro; Scenda di Sciro in su l'arene ignude, Ove il grande AMEDEO vinto gittaro Di concitato mar tempeste crude, Poi ch'i navigli suoi sparsi affondaro; Indi per l'ampio mar seco sen vada, E poi di Rodi al fin gli apra la strada.

Per l'armi intanto, e per l'armata gente Così per entro Rodi alto risuona, Che men rimbomba, se per l'aria ardente La gran porta del ciel fulmina, e tuona; Ed a gravi pensier volta la mente Quinci Adrasta magnanima ragiona Nel tempio, ove le donne afflitte il ciglio Facean preghiera nel mortal periglio.

L'Arte e il Pensier si amarono. Ella porse al Pensiero Le gioje che sollevano; Egli le apprese il vero. Ma l'Arte, esperta e provvida, Recò al novello tetto Di cortigiana il letto, Di monaca il pudor.

Allor disse ’l maestro: «Non si franga lo tuo pensier da qui innanzi sovr’ ello. Attendi ad altro, ed ei l

Quanta, e qual sia quell'oste, e ciò che pensi Il duce loro, a voi ridir prometto; Vantomi in lui scoprir gl'intimi sensi, E i secreti pensier trargli dal petto.

Ma io veggi’ or la tua mente ristretta di pensiero in pensier dentro ad un nodo, del qual con gran disio solver s’aspetta. Tu dici:

E segui`: <<Grato e lontano digiuno, tratto leggendo del magno volume du' non si muta mai bianco ne' bruno, solvuto hai, figlio, dentro a questo lume in ch'io ti parlo, merce` di colei ch'a l'alto volo ti vesti` le piume. Tu credi che a me tuo pensier mei da quel ch'e` primo, cosi` come raia da l'un, se si conosce, il cinque e 'l sei;

Poi che mi diè natura a voi simile forma e materia, o fosse il gran Fattore, non pensate ch'ancor disìo d'onore mi desse, e bei pensier, Manel gentile? Dunque credete me cotanto vile, ch'io non osi mostrar cantando, fore, quel che dentro n'ancide altero ardore, se bene a voi non ho pari lo stile?

Di tanti suoi desir non ben sicuro Volge in un sol pensier cose infinite; Al fin va, dove al ciel stellante e puro Asfaltide diffonde alta mefite; Quinci si scaglia più che l'ombre oscuro Per l'ombre oscure a la citt

Parola Del Giorno

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