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Aggiornato: 1 luglio 2025


Vuoi per una trentina d'anni in cui la Bohème artistica ha spadronato a sua posta, uccidendo coll'arma del ridicolo i classici, vuoi perchè gli Ingres, i Delacroix, i Delaroche, non nascono tutti i giorni, vuoi perchè si fanno volentieri i quadretti quando c'è' un mercante di tele che li compra per rivenderli ai piccoli salotti borghesi, come si fanno volentieri gli articoli spiritosi di giornale quando il gusto del pubblico ha sostituito all'opera pensata i quattro segni quotidiani in punta di penna, il fatto sta ed è che l'arte francese si trova al lumicino.

Con questi incoraggiamenti e coll'aiuto della necrologia stampata in onore dello zio prete, a furia di pestar nel calamaio colla penna, riuscì anche a Taddeo di mettere insieme trent'otto righe di belle parole non prive d'un certo suono, colla solita citazione del Foscolo: «Sol chi non lascia eredit

Ecco la destra. Ma io lascio nella mia penna delle specialit

e tre fïate intorno di Beatrice si volse con un canto tanto divo, che la mia fantasia nol mi ridice. Però salta la penna e non lo scrivo: ché l’imagine nostra a cotai pieghe, non che ’l parlare, è troppo color vivo. «O santa suora mia che ne prieghe divota, per lo tuo ardente affetto da quella bella spera mi disleghe».

Rosen tirò il campanello, ordinò carta, penna e calamaio, e scrisse la lettera seguente: Mia cara Emilia,

La sua penna di giornalista, che gli ha conquistato un mondo di lettori, è una penna che cesella ed ubbidisce al padrone. Non è mai sbrigliata anche quando è virulenta o infuria sull'avversario. Produce uno stile nervoso uno stile che ti mette sottosopra il sangue che ti accarezza che ti schiaffeggia che ti intenerisce. Ha immagini scultorie, grandiose, indimenticabili.

E anch'egli aveva i suoi scoramenti, i suoi dubbi, anch'egli si crucciava per questo libro, che gli editori chiedevano con insistenza e che non gli usciva di getto. Certo erano i continui sopraccapi della vita pubblica che gli offuscavano la limpidezza del pensiero scientifico, ed egli principiava a domandare a stesso se le due cose potessero andare di conserva, e se l'uomo politico non recasse danno allo studioso. Ma egli sentiva ormai che, messo alle strette, avrebbe accondisceso a rinunziar piuttosto alla scienza che alla politica; anzi quando più sfiduciato egli lasciava cader la penna sulle pagine del suo libro, si confortava dicendo ch'era nato per l'azione, e che solo in questo campo avrebbe potuto applicar le sue idee e svolgere ampiamente le sue facolt

Si mise innanzi allo scrittoio, dispose i fogli, prese la penna, mi si rivolse: Che cosa debbo scrivere a mamma? E il libro di Gian Luigi mi domandavo quale esito aveva avuto? Un buon esito, certamente, perchè Gian Luigi doveva aver gusto, l'istinto della misura, che non s'insegna.... Sergio! chiamò Lidia, sorpresa. Non hai udito: come debbo scrivere a mamma?

Quel che poi ch’elli uscì di Ravenna e saltò Rubicon, fu di tal volo, che nol seguiteria lingua penna. Inver’ la Spagna rivolse lo stuolo, poi ver’ Durazzo, e Farsalia percosse ch’al Nil caldo si sentì del duolo. Antandro e Simeonta, onde si mosse, rivide e l

Nel rendere conto di questa salita non posso fare a meno che lasciar la penna al valente alpinista tedesco che ne scrisse una succinta relazione sul libretto della sua guida.

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