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Aggiornato: 13 giugno 2025
Nella grande e strana dolcezza di quell'aprile, tutto il vasto parco era fiorito, fra la collina e il mare: i larghi viali dalle quercie austere, dai platani austeri, sotto l'arco verde oscuro dei loro rami, eran tutti biondeggianti di sottili raggi di sole, eran biondeggianti di piccoli e scherzosi occhi di sole. Lontano, nella gran rotonda luminosa era un cicalìo di bimbi e un cicalìo di passeri e il rombo sordo della citt
In questo punto, mentre le foglie stornivano e i passeri battevano dell'ali al disopra della vite la voce terribile del sindaco squarciò l'aria tiepida e tranquilla, come lo scroscio di un torrente che d'improvviso fosse sgorgato dal monte. Il mio interlocutore impallidì ed io sentii di fare altrettanto. Ah! possedete dei documenti? Me ne infischio dei vostri documenti; i miei valgono meglio.
La giovine donna aveva quell'acutezza di senso delle nature fantastiche e nervose; a lei le conversazioni dei passeri parevano sempre piene di attrattiva, era persuasa che le rondini nel passare le dicessero addio, e rispondeva addio a fior di labbro per non far battere troppo forte quei cuoricini sbigottiti dalla propria audacia; poi spingeva il capo fuor del davanzale e volgeva gli occhi in alto, dove un'altra rondine si teneva appesa al nido sotto la gronda e la guardava curiosamente.
Dacchè aveva udito la combinazione strana di quel nome, era stato ansioso d'andarlo a ripetere a casa, di chiacchierarne colle sorelline, e colla Caterina. Perchè mai glielo proibivano? Perchè mai? domandavano impensierite le bambine che erano corse tutte in cucina sulle calcagna del fratello, secondo una loro abitudine di partire e di arrivar sempre in frotta come una volata di passeri.
I passeri, lieti della promessa del verde, del folto, volavano da un ramo a l'altro ciangottandosi a distanza, desideri, speranze, amorose impazienze.
Invano le rondini la salutavano nel passare. Invano i passeri la chiamavano a nome dalle grondaie, invano l'usignuolo esauriva il suo repertorio d'ariette; le frondi, il venticello, gl'insetti le parlavano all'orecchio invano. E passavano i giorni, tristamente monotoni, lunghi, pieni d'angoscia senza nome.
Pare sul rrrrombo del motore il festante cicicicigolio di mille passeri giulivi che la blindatura imprigioni come una gabbia volante. Quei passeri d'acciaio vogliono gareggiare coi passeri sbarazzini che godono il verde della campagna intorno!
Parola Del Giorno
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