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Aggiornato: 1 luglio 2025


La forma son le tenebre, E la luce è l'Idea; La Forma è il rito, il simbolo Del pensiero che crea; Il pensiero è l'Iehova Dei veggenti profeti Che parla dai roveti., E la Forma è Gesù. La Forma è la parabola, La Forma è il pane, è il vino, È l'orto, il bacio, il Golgota, È la Croce, è Longino; E il pensiero è l'assiduo Svolgersi del crëato, Cui spiegar non è dato Alle menti quaggiù!

Ed allora, sui materassi chiazzati, sui cuscini sordidi, nei sinistri apparecchi di ortopedìa, nelle barelle ove tremavano i moribondi, sui banchi ov’erano a frotte i ciechi, i sordi, i mútoli, cominciava una specie di rabbioso dimenìo, con un brancolare di mani pallide e squallide, quasi un tentativo di rissa, come accadrebbe in una turba di affamati quando vi si gettasse ad intervalli qualche tozzo di pane.

Ai primi tempi della fondazione di Roma furono stabilite feste, dette Lupercali, in onore del dio Pane, nelle quali i preti percorrevano le vie completamente nudi, ed armati di tirsi coi quali battevano i passanti.

Alla quale avendo Cristo risposto che non si volea prendere il pane dei figliuoli e darlo a' cani, non lasciando per questa repulsa, e sospignendola la sua fede, continuò nel pregare. E, avendo affermato quello, che Cristo avea detto, esser vero, disse: Signor mio, e i cani, che si allevano nella casa, mangiano delle miche che caggiono della mensa del signor loro.

E.... come sta la sua signora moglie? sempre bene? e i suoi graziosi figli? Me li riverisca tanto e poi tanto.... Oh, quanto è carino il suo signor cane! Ebbene: Ginesio ancora non sa capire perchè il colonnello lo abbia messo cinque giorni a pane e acqua. I drammi della gelosia.

Raguarda, carissima figliuola, in quanta excellenzia sta l'anima ricevendo, come debba ricevere, questo pane della vita, cibo degli angeli. Ricevendo questo sacramento, sta in me e Io in lei; come il pesce sta nel mare e il mare nel pesce, cosí Io sto ne l'anima e l'anima in me, mare pacifico.

Quando la piena gonfia i fossi, non si passa più. Val Mis'cia rimane come bloccato. Per questo lo chiamano pure l'isola. In fondo non è altro che un cascinale. Niente chiesa, niente botteghe, neppure un forno per cuocere il pane. I contadini e le loro donne, occupati da mattina a sera, hanno appena il tempo di far la polenta, la minestra e qualche focaccia da cuocere sotto la brace.

Le donne erano sedute sui rispettivi usci coi bambini in collo; i fanciulletti ruzzolavano in terra nel sudiciume, mangiucchiando un resto di zuppa, fatta con pane granturco e brodo di acqua e lardo.

I preti tornano e gridano; ma noi gridiamo più di loro, e ci mostriamo risoluti, finchè ci destinano un tucul, al quale andiamo senza fare alcun saluto a nessuno dei presenti. Il capo, forse intimorito, viene subito a farci una visita e ci porta del pesce, galline, birra, pane e miele. Sabato 31.

«In alcuni Comuni di questa circoscrizione, dal pane che la rivoluzione aveva redento dalla grave ed odiata tassa del macinato, si traggono quasi dieci centesimi il chilogramma, e questa tassa, che d

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