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Aggiornato: 26 giugno 2025


Per sua disgrazia faceva tanto oscuro che non gli riusciva di mantenersi sulla retta via. Ora infilava una stradicciuola che non aveva sbocco, ora andava a dare il naso contro una zeribak o contro il recinto d'un giardino e ora batteva vie che non aveva mai percorse.

Sia pace dunque, almen nel picciol muro Che c'imprigiona in una mesta sorte, Dove il sangue che cade è fango oscuro. Tramontan presto le giornate corte Del vivere ed ancor bianca è la sera, Che gi

Quando fummo sul pianerottolo, io non aprii l'uscio di contro; ma volsi a destra pel corridoio oscuro, traendo lei per la mano, senza parlare. Tanto forte ella ansava che mi faceva pena, mi comunicava l'ambascia. Dove andiamo? mi domandò. Io risposi: Alla stanza nostra. Quasi non ci si vedeva. Io ero come guidato da un istinto. Ritrovai la maniglia; aprii. Entrammo.

La notte si faceva sempre più oscura su quel mare oscuro, che nella sua placidit

Anche in quel giorno in cui lo spavento rinasceva con la tenera sollecitudine, l'istinto oscuro aveva arrestato Emilia, uscita appena dalla camera di Roberta: «Perchè ti affatichi? le fischiava all'orecchio. L'ha detto ella stessa: il suo male ritorna e bisogna ch'ella muoia. Vuoi contrastare il passo a una legge sovrumana

Nello stesso tempo lampi non interrotti e nuvoloni di pessimo augurio, presagivano imminente l'uragano. Pare che l'idillio, al nostro secondo Raffaello incominci male! il cagnaccio di pelame oscuro si allontana ad onta dei furiosi calci sferratigli da Alfredo, anzi urla disperatamente, assecondato da parecchi botoli, che, più di lui recan molestia. Gi

Giulia si fece aprire le griglie; ringraziò il buon servo e, lacerata trepidando la busta, lesse avidamente. Ma non era ancora arrivata alla fine che le si oscurò la vista, il sangue le affluì al cuore e dalle dita tremanti il foglio le cadde al suolo.

Quanto qui adombriamo adesso è oscuro. Il tempo lo chiarir

Da Valmontone la via Latina prosegue per una valle ombreggiata da alberi, e poi attraversa una pianura silenziosa, fra vecchie torri, sino ai piedi dei monti Volsci. Ivi dalla strada maestra se ne stacca un'altra che dopo aver passato il Sacco prosegue per Segni. Da principio si cammina lungo le prime colline dei Volsci; alla destra sorge Monte Fortino, cupo ed oscuro, a sinistra, sopra una ridente collina, Gavignano. La via è monotona, ma più si sale e più stupenda appare la vista della classica pianura del Lazio, severa e bella, disseminata di colline e di castelli e limitata all'orizzonte dalle azzurre vette dell'Appennino, e più in l

Ma non erano trascorsi dieci minuti che un improvviso incalzare del vento die' ragione a' consigli del vecchio fattore. Un polverone bianco, accecante, si sollevò sulla strada maestra, mentre in fondo all'orizzonte oscuro, di l

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