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Aggiornato: 26 maggio 2025
Le son grato, signor conte, per la cortesia infinita delle sue parole. Ma più grato ancora per la gioia ch'Ella mi volle dare onorando la mia casa. Chi reca il nome venerato, ch'Ella porta, non può essere che l'ospite più caro e più desiderato dei Sant'Angelo! Non le posso dire la viva emozione ch'io provai ora nel leggere questo biglietto....
Io tengo i miei, onorando il glorioso fondatore dell'ordine, seguendone gli esempi, facendo allegramente quel po' di bene che posso. Il benedetto san Francesco non voleva musi lunghi, nè ipocrisie. Gli uomini aveva tutti per fratelli; e chi si adoperava per utile dei fratelli, lo aveva per figliuolo.
Io non spingo la mia aristocrazia intellettuale fino al punto da preferire sempre e in ogni circostanza un membro del R. Istituto lombardo a un cuoco onesto che sappia bene il suo mestiere; anzi come m'inchino ai meriti della scienza, così m'inchino ai meriti del patriotismo. Ma vorrei che la stampa davanti alle tombe fosse meno avara di carattere garamone anche verso gli uomini che fanno progredire le scienze, le lettere e le arti e che, onorando sè, onorano insieme la patria e l'umanit
Lode a Dio! Sappiate dunque che fra coloro i quali seguirono Roberto all'invasione di Calabria era un tal Giselberto Squassapostierle. Cavaliere senza macchia, aveva sposata una nipote di Tancredi d'Altavilla. Egli era primo alle scalate, ultimo nelle ritratte, avveduto nei consigli, disinteressato nel partaggio delle spoglie, ed amato e venerato dai soldati, i quali, alla presa di Gerace, gli dettero sopranome di Squassapostierle, perchè di un colpo di mazza sgangherò una porta di soccorso. Questo vecchio ed onorando cavaliero aveva una figliuola, una perla di figliuola, cui la madre mise a luce e morì. Il padre se l'aveva allevata sul Pavese e l'amava quanto non si può dire. Quella creatura era bella sovranamente e di una soavit
Entrammo in una stanzaccia a pian terreno, dove altri uffiziali facevano colazione, onorando senza ritardo i giamboni, i formaggi ed i fiaschetti di vino che poco dianzi avevano legalmente acquistati. All'entrare della bellissima donna, tutti quanti si levarono in piedi. L'Ascolana parlava il francese a meraviglia: ella, che da parecchi giorni, esausta di forze, scorata, direi quasi intorpidita dai patimenti fisici e morali, pareva avesse perduta la loquela; commossa ora dal nuovo infortunio riacquistò d'un tratto quell'energia, quella vivacit
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