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Aggiornato: 24 giugno 2025
Come Dio volle, il treno arrivò a Roma dove c'era da aspettare tre ore il diretto per Napoli e Nino corse al telegrafo della stazione e mandò un dispaccio a Nunziata: «Arrivo stasera alle nove. Perdona. Scorda. Sono tuo per sempre.
In ventiquattr'ore, grazie alle diramazioni della farmacia, superiori al telefono, tutta Grotticella fu debitamente informata che la bella Cecilia, la figlia del collare della Nunziata, aveva bisogno urgente di marito e per poco il sindaco non mandò al Calopinace un dispaccio di quindici parole.
Vedendo che non sapevano rispondere, scese a volo. Sulla scala s'incontrò nella Nunziata, che ebbe a pronunciare confusamente le parole di Ezio, duello, signora maritata, come le aveva raccolte nella bottega del fornaio. Che cosa è stato? un duello? un duello per causa di quella donna? o grave? dov'è? l'hanno ucciso?
Lei è così. È una malattia come un'altra. Vuole un bene dell'anima al suo Sandro e non osa dirgli una parola. Tace per paura di disgustarlo; e sopporta le angherie di quell'altra. La Nunziata alzò la spalle e ripensò senza esporsi: «Ci avr
Strinse forte i denti e scrollò la testa bruna e poderosa. Sentite Nunziata, perchè dite che io porto il basto? Cosa vuol dir questo? O Dio! Non andate in furia! È così per dire che voi lavorate troppo, che siete troppo buona... Troppo buona, troppo buona... Non so perchè non dovrei esser buona.
Nunziata non rimarrebbe più sola a piangere, non sarebbe più spinta al braciere di carbone come una sartina innamorata... Ed ora la carrozza si fermò alla porta del palazzo Imparato. Il vetturino scese a tirar giù il bagaglio e un lazzarone in attesa si precipitò e se lo caricò sulla spalla.
Nu poco 'e silenzio!... (Tutti tacciono. Si ode un secondo fischio. Tra sè, sorpreso) Nunziata!... E che sarr
La partenza di Elisa D'Avanzo le fece sentire ancor di più la solitudine e la tristezza del Castelletto, dove pesava continuamente un'aria di mistero. La stessa Nunziata andava ripetendo che essa non sapeva nulla; ma lo diceva in un modo così spaventato, povera donna, che faceva pensare alle più orribili cose. Flora cominciò a non dormire la notte.
Conosceva anche il proprio cuore; e più di una volta le era parso di scoprire in esso dei sintomi di ciò ch'ella chiamava una «cotta», una «~toquade~», per questo giovane Nino dalla testa ricciuta, dal riso leggiero, dagli occhi violenti. Nunziata Villari temeva le sue «cotte». E non a torto. Da tempo ne conosceva i disastrosi effetti.
No, no, è la malattia. Stateci attenta, sapete, non si scherza, s'è fatta magra come uno spillo. Che v'ha detto il medico? Quale medico? Come avrei potuto chiamarlo? Ah! Nunziata mia, voi non sapete i guai miei!
Parola Del Giorno
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