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Aggiornato: 15 maggio 2025
La tavola fu preparata sotto un verde pergolato di zucche. Isidoro Giambelli ispirato dal vin d'Asti mangiò, cantò, zufolò delle arie napoletane accompagnato dalla chitarra della suocera mima o dagli sgambetti del buffo. Era un vero teatro!
Sì, se ne sarebbe andata, e quel bel corpo doveva essere la sua potenza, la sua fortuna. Se quello che aveva in cuore le sarebbe riuscito, bene; diversamente avrebbe fatto la cantante, la mima.... E Pietro Laner? Nora rispose a quel ricordo importuno con un'alzata di spalle.
Vediamo ora anche questa busta con fotografia. Un ritratto di donna giovanissima di Torino. Mimì, seconda mima al Teatro Regio, porta N. 3277, Viale Po, quarto piano, verso corte scala a destra.... raccomanda di andarla a trovare a qualunque ora, meno la sera. Questa qui, ad onta che sia bellina tanto, sclamò Alfredo, la metteremo in compagnia del Sig. qui sono tutti cani, senza un momento di cuoraccione, giacchè potranno combinarsi perfettamente intorno al modo di pensare, ed intanto, domani le manderemo un biglietto da 500. Così quei due mattoidi con 1500 lire faranno gazzarra per una buona settimana. Però quella cara Mimì, è stata abbastanza discreta a non chiedere senz'altro, danaro. Leggiamone, disse Alfredo, gi
Rovinato nel credito, diffidato dai parenti, perseguitato dai malvagi creditori don Erminio Bersi a trent'anni, messo nel bivio o d'imbarcarsi per l'America o di sposare le ottocentomila lire d'una Pezzani di Codogno, un nome quasi glorioso nell'industria del formaggio, aveva preferito le ottocentomila lire; ma prima di dare un estremo addio al mondo e alle sue pompe aveva voluto radunare un'ultima volta al Ravellino gli amici dell'Asse di cuore e gli altri ch'eran soliti ritrovarsi con lui d'inverno nelle sale superiori del Caffè Storchi a Milano, cioè oltre a Ezio Bagliani e ad Andreino Lulli, Tito Netti, Filippino Doria, il marchese Schiavi e le più ragionevoli loro amiche, tra cui Vera Spino, Liana detta la Spagnuola e quella patetica Gismonda, mima simbolica, come dicevano gli adoratori, bellezza trasparente che morì tisica a San Remo, dopo aver rovinato un paio di principi russi.
Lamberto non aveva dubitato nemmeno un istante di Bice, sapendo di non essere molto più scapestrato dei propri compagni, e che quell'incontro con Ester, la celebre mima, era stato davvero un puro caso; ma nel discendere le scale del palazzo di Bice si diceva che tutto era perduto. Il carattere della fanciulla era di quelli, sui quali è impossibile ingannarsi.
E la mima condusse seco anche il buffo della compagnia d'operette che cantava la Gran Via al teatro Pezzana; insomma tra vecchi e giovani e ragazzi furono dodici e ci vollero tre carrozze; e tutti furono addosso come cani e sciacalli alle povere oche della sora Sofia.
Parola Del Giorno
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