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Aggiornato: 26 maggio 2025


Le sue belle mani, morbide e sottili, si agitavano ancora a mezz'aria. L'atto parve strano al giovine Ariberti, che non aveva mai veduto una signora usurpare in tal guisa i diritti del sesso più forte e più chiassone.

Alla villa, travestito com'era, non l'aveva riconosciuto nessuno; era rincasato quatto quatto senza che lo vedesse anima nata; era andato a nasconder gli abiti del Vappo in cantina, dentro una botte vuota cacciandoveli per il cocchiume; e risalito, era andato a guardarsi allo specchio, premendo i lati dello sgraffio per farne uscire tutto il sangue; poi aveva soffiato nel lume, e, in maniche di camicia e in ciabatte, s'era buttato sul letto. Nella stanza buia fumò un punto rosso, digradò a poco a poco, si spense, spargendo attorno un puzzo di lucignolo. Quel giorno sarebbe un giorno di battaglia.... aveva da pensare a un mondo di cose, la vera sicurezza dipendendo dal modo di condursi. Ma che pensare! aveva nel capo una gran confusione, un passaggio continuo di idee incalzantesi in tumulto; nell'orecchie un concerto di grida strazianti, di gemiti, di colpi; davanti agli occhi, tra il turbinare delle figure bieche dei compagni, i quadri più spiccati delle scene della notte: l'irrompere nella casa; il volto di Lisabetta istupidito dal terrore; il gruppo pietoso illuminato ad un tratto dalla lanterna, nel camerino, tra gli abiti che pendevano dall'attaccapanni; il saccheggio con il luccicare degli oggetti d'oro e d'argento, con i fagotti di biancheria; il corpo scarno del vecchio, con il berrettino sin sull'orecchie, contorcendosi nella violenza dello spasimo; e i più distinti d'ogni altra cosa, il fucile a mezz'aria con la canna cacciata nella feritoria; il cadavere della fanciulla a met

Non appariva dunque un intruso; non doveva riuscire importuno, se anche i due Fieschi avessero a parlare di cose per le quali era venuto alla Gioiosa Guardia egli stesso. Siete dunque voi, Filippino? gridò il capitano Fiesco, dischiudendogli quasi le braccia, ma fermandosi a mezz'aria per istendergli le mani. A quest'ora ci capitate? Di passaggio, m'immagino, e vorrete pernottare da noi?

E così avvenne che, tra il e il no, rimanesse a mezz'aria. Avrebbe voluto mettersi due dita nel solino, per rassettarselo intorno al collo, ma si ricordò in tempo di Don Abbondio, e finì per lasciar ricadere il braccio disteso, lungo la costura dei calzoni, nella posizione del soldato senz'armi.

Andate nel Museo Nazionale di Napoli e vedrete laggiù la Venere Vincitrice, così detta di Capua. È nel medesimo atteggiamento della Venere di Milo; gli occhi a mezz'aria, il piede sinistro su d'un elmetto posato a terra; il braccio sinistro levato, per sostenere una lancia; il destro abbassato, coll'indice teso in atto di comando. Davanti a lei, e molto accosto è Cupido, coll'ali dimesse; nella mano sinistra tien l'arco, e nella destra una freccia, che offre riverente alla madre. Guardate al Louvre la Venere di Milo. L'elmo sotto i piedi non c'è; ma di queste varianti d'esecuzione son molti gli esempi. Abbiamo per contro l'assoluta somiglianza nei rispettivi atteggiamenti degli omeri, indizio certo di una identica azione delle braccia. Se a questo aggiungete il resto di base, la cui frattura perfettamente combacia col plinto, mentre il piccolo spazio del suo piano e l'incavatura nel mezzo paiono fatti a posta per dar luogo ad una figura d'adolescente, in grande dimestichezza colla Dea, non avrete più modo di dubitare. La Venere di Capua ha una sorella; sorella maggiore, mi affretto a confessarlo. Quanto alla storiella della Vittoria, sul fare di quella in bronzo del Museo di Brescia, non è più il caso di parlarne. La Venere di Milo non può essere una Vittoria, più di quello che lo sia la Vittoria di Brescia, che è una Venere anche lei, alla quale un bel giorno, probabilmente sotto Vespasiano, fondatore del tempio in cui essa è stata rinvenuta, furono aggiunte le ali e lo scudo. La posteriorit

La donna nuova, la donna che doveva far battere il cuore di Ariberti uomo, come tante altre avevano fatto battere il cuore di Ariberti giovane, era ancora in nube, a mezz'aria. Il nostro eroe la sognava, non avendo anche avuto il tempo di andarla a cercare.

Il reverendo con il cappellaccio sugli occhi, il galantuomo con la faccia attraversata dalla benda, attesa la schioppettata avevano creduto prudente tenersi tra gli ultimi: non si sa mai quel che può succedere.... molte volte gli agnelli soglion diventare leoni!... Però videro lo schioppo a mezz'aria con la canna cacciata nella feritoia, e ripresero animo: se chi aveva sparato aveva abbandonata l'arme, potevano star sicuri di non incontrare nuova resistenza.

Qui ci vorrebbe il signor Prospero Gentili, saltò su a dire il ricevitore del registro. Sentiremmo un bel discorso sui concimi artificiali. Quell'accenno personale diede maledettamente sui nervi al cavalier Tiraquelli. Era un presentimento? Il signor Gentili! Poveretto! esclamò la contessa Beatrice, levando il viso a mezz'aria. Poveretto! Perchè? domandò il ricevitore.

Maurizio non voleva dir tutto. Le sue inquietudini si tenevano sempre a mezz'aria, vagavano di qua e di l

Ora, siccome io ci ho proprio un gran desiderio di tornare laggiù e di non esser molestato nelle mie corse sconclusionate, voi consentirete, spero, che in questo particolare io mi tenga prudentemente a mezz'aria.

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