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Aggiornato: 28 maggio 2025
Era venuto a teatro, e alle prime battute dell'orchestra il suo volto aveva significata una così intensa sofferenza di ricordi ch'io gli aveva proposto d'andarcene sùbito; al Circolo, non aveva giuocato, limitandosi a sorbire una tazza di tè nero, la quale doveva procurargli una notte d'odiosa insonnia; era rincasato verso il tocco, mentre per abitudine, verso il tocco entrava al Circolo, ritornando dalle partite con Lidia; gravi sintomi d'assorbimento morale, contro cui non sarebbe valso alcun tentativo di reazione.
Sandro andò camminando a casaccio per la campagna, solo solo, fin quasi all'alba, e poi, rincasato stanco, si buttò sul letto senza poter dormire, nè riposare, e continuò a sognare le cose più strane. Sognava di farsi un nome, e guadagnarsi la gloria e le ricchezze colle sue attitudini artistiche. Le manine lunghe e nervose della signorina, gli avevano fatto vibrare, possenti, le corde dell'amore e dell'ambizione. Quella vittoria ch'egli credeva sua, mentre il vinto invece era lui, fe' dar di volta al cervello del povero figliuolo. Come aveva ottenuta la donna, superando tutti gli ostacoli, non sarebbe riuscito anche a crearsi uno stato che lo rendesse degno di lei? Degno di lei, s'intende, agli occhi della sua famiglia, agli occhi del mondo...; per il cuore della fanciulla, egli lo era sempre stato. Lalla, la sua Lalla aveva arrossito d'amore e si era mostrata gelosa!... E ciò bastava perchè Sandro vedesse la bionda duchessina rifiutare i più ricchi pretendenti per aspettar lui, e per la consolazione di diventare la moglie del celebre Frascolini!... Così sognando, sognando sempre, egli perdeva di vista la realt
Quella bandiera infiammò le fantasie, che le campane scrollavano coll'impeto disordinato dei loro rintocchi. Don Giovanni, che rincasato da poco aveva il sonno leggiero dei cacciatori e dei vecchi, ne fu desto. Discese dal letto, udì rumore alla propria porta, si gettò addosso i primi abiti che potè afferrare e corse ad aprire. Che c'è? esclamò spalancando l'uscio. Don Giovanni! Roma presa... Ah!
Alla villa, travestito com'era, non l'aveva riconosciuto nessuno; era rincasato quatto quatto senza che lo vedesse anima nata; era andato a nasconder gli abiti del Vappo in cantina, dentro una botte vuota cacciandoveli per il cocchiume; e risalito, era andato a guardarsi allo specchio, premendo i lati dello sgraffio per farne uscire tutto il sangue; poi aveva soffiato nel lume, e, in maniche di camicia e in ciabatte, s'era buttato sul letto. Nella stanza buia fumò un punto rosso, digradò a poco a poco, si spense, spargendo attorno un puzzo di lucignolo. Quel giorno sarebbe un giorno di battaglia.... aveva da pensare a un mondo di cose, la vera sicurezza dipendendo dal modo di condursi. Ma che pensare! aveva nel capo una gran confusione, un passaggio continuo di idee incalzantesi in tumulto; nell'orecchie un concerto di grida strazianti, di gemiti, di colpi; davanti agli occhi, tra il turbinare delle figure bieche dei compagni, i quadri più spiccati delle scene della notte: l'irrompere nella casa; il volto di Lisabetta istupidito dal terrore; il gruppo pietoso illuminato ad un tratto dalla lanterna, nel camerino, tra gli abiti che pendevano dall'attaccapanni; il saccheggio con il luccicare degli oggetti d'oro e d'argento, con i fagotti di biancheria; il corpo scarno del vecchio, con il berrettino sin sull'orecchie, contorcendosi nella violenza dello spasimo; e i più distinti d'ogni altra cosa, il fucile a mezz'aria con la canna cacciata nella feritoria; il cadavere della fanciulla a met
La voce del portinaio Credevo che Don Pietro fosse rincasato. Margherita No, non è rincasato. La voce del portinaio Il signor Chianese vuole quella lettera che Don Pietro gli aveva promessa. A me non ha dato niente. L’avr
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