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Aggiornato: 3 maggio 2025


L'unica nave però che rientrò nel porto della fortezza si fu il Brigantino del Castellano, il quale a fronte d'una tanta sostenuta lotta movevasi ben anco spedito e sicuro, e mostrava di non aver riportata alcuna dannosa frattura: gli altri legni d'ogni grandezza retroceduti dalla battaglia toccarono il lido presso Musso l

Compagni al mio ritorno erano sul ponte il signor B..., il quale, allo spettacolo di quelle genti meste che ci salutavano dal lido, mi ripetea il verso di Virgilio: «Exoritur procurva ingens per litora fletus: i figli del barone e parecchi giovani patrioti i quali mi vezzeggiavano affinchè li presentassi a Garibaldi. Di repente il battello s'arrestò per frattura nella macchina. Piccolissimo, stravecchio e senza

Si ebbe cura di raccogliere ghiaccio profondo e quindi antico, presentante bene apparenti le strie orizzontali caratteristiche; era compatto, trasparente, molto poroso, disseminato di bollicine d'aria di dimensioni varianti da un grano di miglio ad un pisello, non friabile, a frattura cristallina.

No, rispose, frattura non c'è, ma lussazione completa. Soggiunse che da solo non avrebbe potuto rimettere l'osso a posto, ma che ci sarebbe occorso un chirurgo; e siccome l'operazione non sarebbe tanto facile, e poteva anche essere penosa, stimava fosse meglio che Marone venisse trasportato nella sua abitazione, il che secondo lui, si poteva fare senza inconvenienti, purchè coi dovuti riguardi.

Andate nel Museo Nazionale di Napoli e vedrete laggiù la Venere Vincitrice, così detta di Capua. È nel medesimo atteggiamento della Venere di Milo; gli occhi a mezz'aria, il piede sinistro su d'un elmetto posato a terra; il braccio sinistro levato, per sostenere una lancia; il destro abbassato, coll'indice teso in atto di comando. Davanti a lei, e molto accosto è Cupido, coll'ali dimesse; nella mano sinistra tien l'arco, e nella destra una freccia, che offre riverente alla madre. Guardate al Louvre la Venere di Milo. L'elmo sotto i piedi non c'è; ma di queste varianti d'esecuzione son molti gli esempi. Abbiamo per contro l'assoluta somiglianza nei rispettivi atteggiamenti degli omeri, indizio certo di una identica azione delle braccia. Se a questo aggiungete il resto di base, la cui frattura perfettamente combacia col plinto, mentre il piccolo spazio del suo piano e l'incavatura nel mezzo paiono fatti a posta per dar luogo ad una figura d'adolescente, in grande dimestichezza colla Dea, non avrete più modo di dubitare. La Venere di Capua ha una sorella; sorella maggiore, mi affretto a confessarlo. Quanto alla storiella della Vittoria, sul fare di quella in bronzo del Museo di Brescia, non è più il caso di parlarne. La Venere di Milo non può essere una Vittoria, più di quello che lo sia la Vittoria di Brescia, che è una Venere anche lei, alla quale un bel giorno, probabilmente sotto Vespasiano, fondatore del tempio in cui essa è stata rinvenuta, furono aggiunte le ali e lo scudo. La posteriorit

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