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Aggiornato: 27 ottobre 2025
Dovendo imbarcarmi il giorno seguente per l'Europa, andavo a salutare la signorina Mary e i suoi parenti che erano i miei migliori amici. Dopo che si parlò del viaggio che avevo da compiere in una stagione così sfavorevole e del piroscafo scelto, la signorina Mary mi ricordò la promessa fattale di esporle il mio intimo pensiero intorno agli Stati Uniti.
Quella mattina che si era stabilita, insieme con la signorina Mary e con suo fratello Giorgio feci la gita di nove miglia dalla Battery fino alla 155^a strada sul ramo ovest dell'Elevated Railroad, la ferrovia aerea che attraversa New-York in tutta la sua lunghezza.
Oh! volete finirla con questi lugubri discorsi? saltò su a dire in inglese, perchè l'italiano lo parlava con imbarazzo, la signorina Mary, sorella del mio amico, nata essa pure a New-York, una giovane diciottenne molto colta e intelligente, che studiava nel Normal College. Se parlaste un po' invece del gran ballo in costume che dar
Ariberti sentì, argomentando dal caso suo, che l'inglesina toccava giusto. Infatti, timido con Giselda, perchè innamorato, egli si sentiva più libero, più disinvolto con Mary, che pure incominciava maledettamente a piacergli, ma in un modo tutto diverso dall'altra. Sì, lettori umanissimi, debbo confessarvelo. E voi, del resto, lo avrete gi
Ebbene, che ne dite? mi domandò la signorina Mary, terminato che ebbe il racconto. Non è istruttiva la carriera percorsa in meno di vent'anni da quest'uomo, il quale non domandava che di istruirsi e di lavorare, e che al principio della sua vita non aveva incontrato che le tristi severit
Non ebbi occasione di rivedere la signorina Mary che qualche giorno dopo, quando con lei e con suo fratello andammo a Boston per assistere alla inaugurazione dell'Esposizione. Si va da New-York a Boston in una notte, coi vapori della Fall River Line, che sono capolavori di eleganza e di arte navale.
Fallo passare, rispose Rosina; ma poi, risovvenendole dell'abbigliamento da festa di ballo, continuò: No, fallo trattenere un momento nel salotto, ripetigli le mie scuse; in cinque minuti metterò giù queste vesti capricciose per indossare quelle più semplici e a me solite. Volete ch'io v'aiuti? disse Mary.
La signorina Mary, nata a New-York da genitori italiani emigrati poco dopo il matrimonio (suo padre era un distinto architetto), aveva diciassette anni. Di statura ordinaria, possedeva bellissime forme, aveva i capelli e gli occhi grandi e neri e la carnagione un po' pallida, come quella di quasi tutte le donne nate a New-York: era intelligentissima e studiosa, e frequentava i corsi dell'ultimo anno del principale collegio normale della citt
Erano volati da una parte e dall'altra i paroloni; ma quelli di Ariberti non dimostravano altro che il suo dolore; quelli di Mary andavano a ferire il punto più sensibile del cuore umano, la vanit
Ebbene, il sindaco di Meffilld ha finito la sua apologia degli Stati Uniti? domandai alla signorina Mary la prima volta che la vidi dopo la nostra gita a Boston. No rispose sorridendo egli parla anche del mandato imperativo, che è una delle nostre cose migliori.
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