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Aggiornato: 10 luglio 2025
Nostra per cieco labirinto guida, ove smarri de lo 'ntelletto il sole; nostro fermo dottor, che sé col Padre esser c'insegna un Dio co' l'almo Spirto, un Dio, che stabil muove il mar, le stelle, augelli, belve, frondi, vento e nebbia.
47 Il terzo giorno con maggior dispetto gli assale il vento, e il mar più irato freme; e l'un ne spezza e portane il trinchetto, e 'l timon l'altro, e chi lo volge insieme. Ben è di forte e di marmoreo petto e più duro ch'acciar, ch'ora non teme. Marfisa, che gi
26 Non potrebbe esser stato più giocondo d'altra aventura Astolfo, che di questa; che per cercar la terra e il mar, secondo ch'avea desir, quel ch'a cercar gli resta, e girar tutto in pochi giorni il mondo, troppo venìa questo ippogrifo a sesta. Sapea egli ben quanto a portarlo era atto, che l'avea altrove assai provato in fatto.
Giungono alfin del mar sonante in riva, E pur fuggendo gli inimici sdegni Verso l'armata a nuoto altri sen giva Gittando l'armi con vili atti indegni; Ed allor da le navi ecco appariva Pronto soccorso di più lievi legni Dal Demon mossi, e verso loro ardente Caccia AMEDEO la sbigottita gente.
Io venni il luogo d'ogni luce muto Che mugghia come fa mar per tempesta Se da contrari venti è combattuto
Di retro a tutti dicean: «Prima fue morta la gente a cui il mar s’aperse, che vedesse Iordan le rede sue. E quella che l’affanno non sofferse fino a la fine col figlio d’Anchise, sé stessa a vita sanza gloria offerse». Poi quando fuor da noi tanto divise quell’ ombre, che veder più non potiersi, novo pensiero dentro a me si mise,
Noi ci allegrammo, e tosto torno` in pianto, che' de la nova terra un turbo nacque, e percosse del legno il primo canto. Tre volte il fe' girar con tutte l'acque; a la quarta levar la poppa in suso e la prora ire in giu`, com'altrui piacque, infin che 'l mar fu sovra noi richiuso>>. Inferno: Canto XXVII
Per te fu vista una virtù risorta Distender l'ali cinta dell'allor, E d'una gente che pareva morta Sangue stillar l'inaridito cor. Pria che l'amor del tuo popolo e prima Che cessi il verde onor della tua gloria Nel mar sommersa andr
50 Poi che sì ad alto vien, ch'un picciol punto lo può stimar chi da la terra il mira, prende la via verso ove cade a punto il sol, quando col Granchio si raggira, e per l'aria ne va come legno unto a cui nel mar propizio vento spira. Lasciamlo andar, che far
dell'acque Leviathan e nei muti imperii dell'Atlantide i forzieri s'ascondon delle perle ed alli acuti scogli il corallo cresce. Cavalieri date le vele al mar, canti ai venti, baci alle donne ed anima ai misteri! Avanti a investigar e l'Uomo e Dio; seguite me, fedeli, ch'io ammonisco; non germoglia l'elleboro nel mio regno, da che Follia servo e blandisco.
Parola Del Giorno
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