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Aggiornato: 17 luglio 2025


Marco ripensò i bambini di sua sorella pallidi e biondi, colle manine lunghe o la vocina esile. Così sar

Trascorso un minuto, ella, con le sue manine affusolate, si stropiccia gli occhi ed esclama: Sogno, o son desta? L'avvocato Ludovico Bianchini si scosse di soprassalto. È una realt

E mentre il giovane la traeva dolcemente sul divano, raccontò quanto le era avvenuto, piangendo a calde lacrime. Diego le prese le manine e lo baciò. Suvvia asciuga quei begli occhi disse con una voce dolce coma una carezza tu hai avuto ragione di dubitare di me; ma io perdono i tuoi ingiusti sospetti. Quanto sei buono, come ti amo! Egli sorrise, la strinse al suo petto: la pace era fatta.

Verrò.... disse lentamente, con isforzo, come se una possa arcana, alla quale egli obbediva a malincuore, gli imponesse quella parola d'adesione. Oh! bravo, bravo disse Milla, picchiando le manine una contro l'altra. Bravo, Drollino, così va bene. Vieni subito. Ora, abbiamo gente continuò animandosi e il signor Duca sar

Ah! non vi è più dubbio... è lui, proprio lui... Maria alzò con energia la testa. Chi? Il marchese Diego Tiani, che si è approfittato del mio nome, non solo per tradirvi, povera fanciulla, ma per ingannarne un'altra, che io amavo. Il viso di Maria si era coperto di un livido pallore, le sue manine stringevano le tempia. No, non è possibile: voi mentite, mentite, balbettò con accento soffocato.

Le manine cadevano lungo i fianchi, inerti; il mento si faceva più depresso; la fontanella si faceva più profonda, senza alcun palpito. E a un tratto il morente dava segno d'uno sforzo; il dottore subito gli sollevava il capo. E usciva dalla boccuccia paonazza un po' di liquido biancastro.

E corse verso la culla di vimini a ruote, dove la bambina armeggiava, con le manine, all'ombra della palma dai grandi rami quasi spioventi. La seggiola l

Agnese, seduta in terra, colla ciotola tra le gambette, afferrava il cucchiaio di legno e cominciava a mangiare; ma coi movimenti ancora incerti delle manine non imboccava bene la cucchiaiata e più di mezza le colava giù dalla bocca a imbrodolare il vestituccio. Intanto il gatto nero le si avvicinava piano piano, e veniva a ficcare il muso nel piatto.

Voglio che stia sempre con me. Intanto, perchè tu possa avvezzarti a volermi bene, eccoti una figurina, prendila. Babbo, perchè non la vuole e tiene le manine serrate? Perchè non sa che cosa farsene. Bisogna aspettare qualche mese. Quand'è così! Caro omino mio! Io ti regalerò i miei balocchi. L'hai caro? Rispondi. Ti pare, babbo, che sia per ridere?

Alessio era venuto allora a salutarmi; avevo nelle mani la freschezza delle sue manine e sulle guancie il suo bacio un po' umido odorante di uva spina. Nel seguire cogli occhi la sua piccola persona che si allontanava pensai: Ecco un uomo! Così le idee ritornavano a pulsare nel mio cervello e mi parve di vedere mio cugino fanciulletto, a correre su e giù per le stanze della Querciaia.

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