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Aggiornato: 31 maggio 2025


Come, egli esiste forse? chiese don Francesco accigliato. Non lo so: lasciatemi continuare. Mio padre lo prediligeva: lo preferiva di gran lunga a me suo primogenito.... Io lo odiava.... ed avrei voluto.... Qui parve che al morente mancasse il respiro: ed infatti per qualche momento non potè proseguire.

Lo zio Gustavo perdeva la pazienza. O che razza di gente siete?... È come se aveste una dozzina di figliuoli e vi mancasse il pane da mettervi alla bocca... Non ho rimorsi, ho lavorato anch'io tutta la vita, e non per questo mi son voluto privar dell'aria, del sole, della compagnia de' miei simili. Belle parole! ribatteva Diana.

Don Francesco non dubitava che mancasse: prima, perchè si teneva sicurissimo che non si oserebbe farlo aspettare; secondariamente, perchè il monaco aveva preso tutt'altro che leggermente quell'affare di tanto rilievo. Infatti il religioso non mancò. Non era molto che don Francesco attendeva, quando un servo venne ad annunziarlo.

Damiano non capiva in dalla gioia. Se non fece un salto davanti al suo grande concittadino, mettete pure che gliene mancasse il coraggio, perchè la voglia c’era tutta, e vivissima.

In quel tempo felice Silvio la adorava, le usava le più delicate attenzioni, le procurava ogni distrazione possibile, il passeggio, le gite in carrozza o in ferrovia nei paesi vicini. La povera nonna temeva sempre che le mancasse qualche cosa, le offriva tutto quello che poteva farle piacere, si affaticava per servirle ogni giorno un pranzetto appetitoso.

Nulla, frattanto, aveva potuto snebbiare i miei sospetti sopra Gian Luigi; anzi, li avevo confermati osservando come egli mancasse ai martedì abituali, in cui non era possibile la conversazione intima e gustosa.

Capì che cercava qualche indizio, una data, per sapere quanto mancasse ancora a quel giorno. Fra tre settimane, soggiunse pianino, con un filo di voce, ma con un'intonazione ben chiara, penetrante. Pietro rimase immobile, ma la sua faccia affondata nel guanciale diventò più bianca, più contratta: gli occhi ebbero un tremolìo lucente.... poi si voltò di colpo e scoppiò in singhiozzi. Ah!

Si tratta d'una ricchissima signora!... capite bene.... Capisco benissimo... se colla ricchezza ci entra anche l'amore, niente di meglio! ma se l'amore mancasse... ci sarebbe il superfluo senza il necessario. Ma neanche il solo amore basta per maritarsi... ci vuole la dote!

E pensi tu, dolente, se io rea femina fussi come tu reo omo sei, che modo mi mancasse da sollazzarmi con altro come tu con altra ti sollazzi? Non credere: perché io vecchia brutta sono che rifiutata fussi, se piú a me stessa che alla tua gaglioffezza rispetto non avessi avuto. Vivi sicuro che ben vendicata mi sarei contro a colei che a canto ti trovai. Ma va' pur .

Non venivano ad accrescere il numero delle bocche in quella povera casa, dove sicuramente, non che mancasse il superfluo, scarseggiava il necessario. Erano viaggiatori che potevano smontare alla migliore posada di Segovia, e prender magari un palazzo in affitto, se la folla dei gentiluomini e dei servitori di Corte avesse lasciato in quei giorni un posto conveniente a nuovi ospiti. Restando accanto al signor Almirante non sarebbero stati altrimenti a carico della famiglia, dove anzi portavano un po' d'agiatezza, e per intanto un raggio di sole; raggio benefico insieme e crudele, poichè metteva più in chiaro la nudit

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